EN - Mario Draghi introduced on Monday 9 September his Report presenting the plan for European competitiveness commissioned by Ursula von der Leyen, contained in a volume of 400 pages. The introduction states that although the EU has solid foundations, including a large single market and high levels of social inclusion, its economic growth is slow compared to competitors such as the United States and China, mainly due to a weaker productivity growth, especially in digital and innovative sectors. To do this, Draghi proposes to accelerate towards a common defense and industrial policy and to resort to an annual investment of 800 billion euros.
IT - Mario Draghi ha introdotto lunedi 9 settembre la sua relazione di presentazione del piano per la competitività europea commissionato da Ursula von der Leyen, contenuto in un voluminoso rapporto di 400 pagine.
Nell'introduzione si legge che, sebbene l'UE abbia solide fondamenta, tra cui un ampio mercato unico e alti livelli di inclusione sociale, la sua crescita economica è lenta rispetto a concorrenti come gli Stati Uniti e la Cina, principalmente a causa di una più debole crescita della produttività, soprattutto nei settori digitali e innovativi. Per farlo Draghi propone di accelerare in direzione di una difesa e politica industriale comune e a ricorrere ad un investimento annuo di 800 miliardi di euro.
Le sfide per punti.
- Divario nell'innovazione: L'UE è in ritardo nelle tecnologie rivoluzionarie, specialmente nei settori digitali/tecnologici. Manca di nuove aziende dinamiche e fatica a commercializzare la ricerca.
- Alti costi energetici: Le aziende dell'UE affrontano prezzi energetici molto più alti rispetto ai concorrenti statunitensi, danneggiando la competitività.
- Obiettivi climatici ambiziosi: Gli obiettivi di decarbonizzazione dell'UE sono più aggressivi rispetto ai concorrenti, creando costi a breve termine per l'industria.
- Dipendenze esterne: L'UE dipende fortemente dalle importazioni per materie prime critiche e tecnologie.
- Esigenze di difesa/sicurezza: L'instabilità geopolitica sta aumentando i requisiti di spesa per la difesa.
- Venti demografici contrari: Si prevede che la forza lavoro dell'UE si ridurrà, limitando ulteriormente il potenziale di crescita.
Per affrontare queste sfide, il rapporto propone una nuova strategia industriale per l'Europa concentrata su tre aree principali:
- Colmare il divario nell'innovazione:
- Riformare i finanziamenti UE per la R&S per concentrarsi maggiormente sull'innovazione rivoluzionaria
- Facilitare la commercializzazione della ricerca e la crescita di aziende innovative
- Accelerare l'adozione dell'IA e di altre tecnologie avanzate in tutti i settori
- Affrontare la carenza di competenze attraverso riforme dell'istruzione/formazione - Piano congiunto di decarbonizzazione e competitività:
- Abbassare i costi energetici riformando i mercati dell'elettricità
- Cogliere le opportunità industriali nella produzione di tecnologie pulite
- Adottare un approccio pragmatico alla politica commerciale e alle industrie "difficili da abbattere" - Aumentare la sicurezza e ridurre le dipendenze:
- Sviluppare strategie per garantire materie prime critiche
- Costruire capacità interne in tecnologie chiave come i semiconduttori
- Rafforzare le industrie europee della difesa e dello spazio
Finanziare gli ingenti investimenti necessari (stimati al 4,4-4,7% del PIL UE annuo) richiederà:
- Mercati dei capitali più profondi per mobilitare investimenti privati
- Alcuni finanziamenti congiunti a livello UE per beni pubblici chiave
- Guadagni di produttività per creare spazio fiscale
L'attuazione di questa strategia richiederà riforme della governance:
- Un nuovo "Quadro di Coordinamento della Competitività" per allineare le politiche
- Semplificazione dei processi decisionali dell'UE
- Riduzione degli oneri normativi per le aziende
Draghi sprona con autorevolezza l'Unione ad agire in modo decisivo e unificato per riformare se stessa e aumentare la competitività. Molte proposte possono essere realizzate attraverso adeguamenti mirati ai quadri esistenti, nel caso non si riuscisse a modificare i trattati.
Bisogna perseguire una strategia con la quale l'UE mira a possa colmare i divari di produttività con i concorrenti, guidare le tecnologie pulite, migliorare la propria autonomia strategica e garantire una crescita economica continua per sostenere il suo modello sociale. Il successo di questo approccio sarà cruciale per l'Europa. Sono in gioco nei prossimi anni la prosperità dell'UE, i suoi valori e la sua influenza globale in un ambiente geopolitico più impegnativo.
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