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G7 Finance Meeting in Stresa from 23 to 25 May

25-05-2024 10:57

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G7 Finance Meeting in Stresa from 23 to 25 May

Tre i temi al G7 Finance in Italia : il contrasto alle pratiche commerciali scorrete della Cina, gli aiuti all’Ucraina e una eventuale tassa minima globale

EN - The finance ministers and central bankers meeting in Stresa at the G7 discussed three fronts: the fight against China's unfair trade practices, aid to Ukraine and a possible global minimum tax.

IT - I ministri finanziari e i banchieri centrali riuniti a Stresa al G7 hanno discusso su tre fronti : il contrasto alle pratiche commerciali scorrete della Cina, gli aiuti all’Ucraina e una eventuale tassa minima globale.

Il caso della sovracapacità produttiva della Cina

Ministri finanziari e banchieri centrali del G7 hanno convenuto, seppur con dei distinguo, sulla necessità di «una risposta comune» a livello di G7 alla sovracapacità produttiva raggiunta dalla Cina, grazie alle sovvenzioni statali. Nel mirino l’over-export cinese verso i mercati europei e globali con prodotti a basso costo.

L’impressione è che sia complicato delineare modalità concrete per contrastare le pratiche commerciali scorrette. «Serve una risposta comune, perché si tratta di produzioni sussidiate dallo Stato cinese che arrivano sui mercati internazionali in settori decisivi per le nostre economie» ha detto il Commissario europeo all’Economia, Paolo Gentiloni.

Il “caso cinese” era già stato sollevato Janet Yellen giovedì 23 maggio. Il Segretario al Tesoro Usa ripete da tempo che bisogna adoperarsi per scongiurare lo spiazzamento delle imprese dei paesi dove la Cina esporta, in regime, de facto, di concorrenza sleale. Senza scadere in toni da guerra commerciale con Pechino, Yellen ha lanciato anche al G7 in Italia un messaggio forte alla Cina, sebbene ritenga che ogni Stato debba decidere come difendere la propria industria. Tra gli europei, il ministro francese Le Maire ha sottolinetato a Stresa che bisogna «assolutamente evitare una guerra commerciale con la Cina» e perseverare negli «sforzi per difendere… gli interessi» dell'Ue. L’omologo tedesco Lindner è apparso più diplomatico: «Le guerre commerciali non possono essere vinte, producono solo perdenti».

Il commissario all'economia Ue Gentiloni ha indicato una proposta operativa: «si coordinano le informazioni: cioè se ogni Paese è infornato sulle mosse commerciali fatte dagli altri» evitando quindi dazi nazionali concertandone semmai di comuni.

 

Il prestito all’Ucraina

Altro tema chiave, emerso al G7 di Stresa, è stata la proposta statunitense, da tempo in discussione, di erogare all’Ucraina un prestito o un bond garantito dagli extra-profitti dei beni russi sequestrati. La stragrande maggioranza degli asset russi si trova però nell'Ue, notoriamente divisa su un’azione che potrebbe avere complicati risvolti legali di diritto internazionale Le delegazioni tedesca e francese sono apparse caute sul fronte dei sequestri dei beni e patrimoni russi nell'Unione. Più pragmatico Gentiloni che consiglia di «separare legalmente gli extraprofitti dai beni russi» senza giungere necessariamente ad una «confisca dei beni di uno Stato sovrano (che sarebbe legalmente difficile da fare), ma solo dei profitti che quei beni producono». 

 

Una tassa minima globale ?

Sull’opportunità o meno di applicare una tassa minima globale, promossa da Ocse, G20 e Ue, si è animato un terzo fronte di confronto al G7. 

Più assertivo di altri è apparso il ministro francese Le Maire che ha, significativamente richiamato la necessità di «una tassazione minima delle persone più ricche al mondo» rimarcando che la ritiene una questione di giustizia e di efficienza. L'implementazione del secondo pilastro dell'accordo sulla tassa minima globale è la priorità della Germania e ulteriori idee non dovrebbero essere discusse fino a quando non ci sarà un accordo sul primo pilastro, ha detto venerdì 24 maggio al G7 il Ministro delle Finanze tedesco Christian Lindner. “Nel secondo pilastro abbiamo già una legislazione nazionale in Germania” e ha aggiunto che "Il lavoro attuale si concentra sul primo pilastro".

A ricadere nella sfera di applicazione della tassa minima globale sono destinati i giganti digitali con sede negli Stati Uniti, con il cosiddetto 'primo pilastro' che mira a riallocare i diritti di tassazione su circa 200 miliardi di dollari di profitti aziendali nei Paesi in cui le aziende operano. Gli Usa hanno minacciato tariffe di ritorsione contro i Paesi europei se questi ultimi implementeranno il primo pilastro, che, di fatto, è bloccato nei negoziati.

Nel frattempo, i Paesi stanno implementando nel quadro generale dell'accordo fiscale minimo globale quel secondo pilastro in base al quale si cerca di garantire che le aziende con ricavi superiori a 750 milioni di euro (800 milioni di dollari) paghino un'aliquota minima globale del 15%, consentendo ai governi di applicare un'imposta supplementare sui ricavi realizzati nei Paesi con aliquote inferiori.

Lo stesso Lindner, mentre i negoziati sul primo pilastro proseguono, si dichiara da tempo "estremamente scettico" riguardo ai nuovi componenti di un'agenda fiscale globale.

 

staff @europolitiche.it

Crossmediale in lingua italiana sulle politiche delle istituzioni europee e dei governi dei paesi dell’Unione Europea

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