A tre mesi dalle elezioni federali, mercoledi 8 dicembre il socialdemocratico Olaf Scholz è stato eletto cancelliere della Germania. Il Bundestag ha chiuso l'era della longeva cancelliera Merkel, al potere da ben 16 anni, votando con 395 voti a favore un governo che esclude la Cdu-Csu. Il Parlamento tedesco ha tributato alla Merkel un lungo applauso di saluto e a Scholz una ovazione di benvenuto al Governo del Paese. Si archivia insieme al quarto governo Merkel, la stagione della Grande Coalizione fra socialdemocratici e cristiano-democratici con questi ultimi che , usciti ridimensionati dalle elezioni federali di settembre, passano all'opposizione di un governo detto "Semaforo" dai colori di bandiera delle tre formazioni che lo compongono ovvero Spd, ,Verdi e Liberaldemocratici della Fdp.
Alle 15 alla presenza del Presidente della Repubblica Steinmeier, hanno giurato i diciasette ministri e si è tenuta la tradizionale cerimonia del passaggio delle consegne, sancendo la piena operatività del nuovo esecutivo a Berlino.
Il governo Scholz è chiamato alla complessa prova di tracciare i destini dell'Unione europea, essendo Berlino determinante ed influente sui principali dossier di riforma sui tavoli di Bruxelles nei prossimi mesi. Le elezioni presidenziali in Francia di aprile prossimo, consegneranno al governo tedesco il nome di chi dall'Eliseo, in nome dell'omonimo Trattato, pretenderà di prenegoziare con Berlino le politiche d'indirizzo Ue.
Da Parigi a Roma, nel frattempo avvicinatesi con il Trattato del Quirinale, ci si chiede se Scholz darà continuità alla stagione di solidarietà inaugurata con il NextGenerationEu. Si narra da tempo della efficace moral suasion anti-austeritaria di Scholz sulla Merkel in sede di lancio del Recovery Plan contro gli effetti recessivi nell'Unione della pandemia globale. Nelle capitali continentali ci si interroga inoltre da settembre su quali margini di manovra avranno i fautori in Germania e nella Spd delle politiche espansive coabitando al governo con il liberaldemocratico Lindner e la sua fama di rigorista.. Sul fronte delle politiche europee il programma si limita a enunciati retorici sul bisogno di ulteriore integrazione politica. E' invece più specifico sui capitoli di politica interna, prevedendo di portare il salario minimo a 12 euro, un piano di 400mila nuove abitazioni, la chiusura in otto anni delle centrali a carbone e ingenti investimenti nella transizione energetica e digitlale.
La compagine alla quale è deputata l'attuazione ministeriale del programma è fondata sull'equilibrio della formula 8-5-4 associabile al numero dei dicasteri assegnati a tre partiti della coalizione.
Sono otto i ministri socialdemocratici che militano nel nuovo eecutivo. Per la prima volta il dicastero dell’Interno sarà guidato da una donna: la giurista Nancy Faeser, leader socialdemocratica dell’Assia; all’Edilizia va l’altrettanto poco nota Klara Geywitz, vice presidente della Spd e unica esponente della Germania-Est nel nuovo governo. Il ministero della Sanità è stato affidato all’epidemiologo Karl Lauterbach, già responsabile del dipartimento Salute del partito, considerato il politico più intransigente e popolare nella lotta alla pandemia. A capo della Difesa sarà Christine Lambrecht, ex ministra della Giustizia della Grande coalizione, e allo Sviluppo economico va Svenja Schulze, ministra dell’Ambiente uscente. Il nuovo ministro del Lavoro Hubertus Heil e responsabile della cancelleria, Wolfgang Schmidt.
In quota Verdi, la leader Annalena Baerbock diventa la nuova ministra degli Esteri. Gli ecologisti hanno chiesto e ottenuto altri quattro dicasteri per Robert Habeck (Economia e Protezione del Clima), Cem Özdemir (Agricoltura), Anne Spiegel (Famiglia) e Steffi Lemke (Ambiente). Tutti esponenti della corrente "realista" del partito a scapito cella combattiva sinistra interna, capitanata da Anton Hofreiter, escluso dagli incarichi nell'esecutivo.
La Fdp è riuscita a farsi assegnare quattro ministeri di peso. Su tutti il leader del partito Christian Lindner, nuovo ministro delle Finanze, che aveva opzionato questa casella sin dai primi giorni di negoziato con Scholz. Marco Buschmann, direttore generale del partito, diventa ministro della Giustizia, Volker Dissing ministro dei Trasporti e Bettina Stark-Watzinger occuperà lo scranno di ministra della Formazione.
A 63 anni, Scholz, già ministro del Lavoro e delle Finanze e a lungo Borgomastro di Amburgo, diventa, in poco più di mezzo secolo di storia tedesca, il quarto cancelliere della Spd dopo Willy Brandt, Helmut Schmidt e Gerhard Schroeder.
Ad inaugurare la prima stagione al governo della Spd dell'allora Repubblica Federale fu nel lontano ottobre 1969 Willy Brandt, figura carismatica della socialdemocrazia tedesca. Brandt riuscì a restare cancelliere, con il sostegno dei liberaldemocatici della FDP, per due governi e complessivi 5 anni e sette mesi. Gli successe Helmut Schmidt, con il suo profilo di consolidatore del primato industriale tedesco in Europa, dal 1974 al 1982, sempre in alleanza con la FDP. Il terzo socialdemocratico alla cancelleria nella storia tedesca e il primo dall'unificazione fu Gerard Schröder, a capo dell'ala moderata del partito e di due governi, durati in totale ben sette anni. Schröder governò in coalizione con i Verdi di Joschka Fischer, fino all'avvento nel 2005 di Angela Merkel che ha comunque governato in coalizione con la Spd per ben tre dei suoi quattro governi.
Il cancellierato di Scholz non potrà sottrarsi alla costante comparazione con le esperienze governative di questi tre premier, capaci in passato di vincere elezioni e guidare un Paese che ha affidato per decenni i suoi destini agli esecutivi egemonizzati dai cristiano-democratici del calibro di Helmut Kohl (1982-1994) e di Angela Merkel (2005 -2021) appena uscita di scena tra gli applausi del Bundestag..