Si apre una settimana politica dell'Unione europea connotata da due appuntamenti importanti tra Strasburgo e Bruxelles. Da lunedi 11 a giovedi 14 dicembre nella città alsaziana si tiene la Plenaria del Parlamento europeo. Giovedi 14 e venerdi 15 dicembre a Bruxelles si riuniscono in Consiglio i Capi di Stato e di Governo.
In Parlamento i temi in agenda riguardano le materie prime essenziali, l'allargamento, la situazione a Gaza, lo spazio europeo per i dati sulla salute.
Simmetricamente ai lavori parlamentari sono l'allargamento e la situazione a Gaza a tenere banco al Consiglio tra i leader nazionali. L'Ucraina è ad uno snodo di destino sia sotto il profilo militare nella risposta all'aggressore russo - si discuterà a Bruxelles su come aiutare Kiev con altri 50 miliardi di aiuti - e sia riguardo alla sua collocazione futura nell'Unione europea in base alla disponibilità degli Stati membri ad aprire o meno un processo di adesione.
Su Gaza resta saldo nell'Unione il misconoscimento del ruolo di attore politico ad Hamas. Ne consegue che sia i leader nazionali europei che le istituzioni di Bruxelles privilegino da decenni un dialogo con Israele come Paese politicamente omologo in termini di sistema, sicuramente riconosciuto come democratico in una regione che non sempre garantisce, negli Stati che la compongono, governi contendibili e vita politica all'insegna del pluralismo. In uno scenario più ampio, l'opinione pubblica europea è sicuramente scossa dalle migliaia di morti tra i contendenti. E appare evidente che il ruolo dei vertici dell'Unione europea nella crisi è apparsa, per quanto perentoria nella postura, marginale sia sotto il profilo dell'influenza sui vertici israeliani e, peggio palestinesi che della solidarietà concreta alle popolazioni coinvolte, comunque garantita da aiuti umanitari di tutto rispetto.
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