La ministra per l'Europa e gli affari esteri francese Colonna ha invitato il 10 maggio a Parigi la ministra federale tedesca per gli affari esteri Baerbock.
L'invito ha segnato il rilancio delle relazioni bilaterali tra Francia e Germania in base all'art. Articolo 24 del trattato di Aix-la-Chapelle che prevede la possibilità per un membro del Governo di uno dei due Stati di partecipare al Consiglio dei Ministri dell'altro e viceversa.
A margine della visita, le due ministre hanno presentato una dichiarazione congiunta sul rafforzamento della cooperazione bilaterale al servizio della sovranità europea.
Baerbock a Parigi ha definito la Francia “la migliore amica” della Germania, sottolineando un rapporto di vicinanza con la sua collega Catherine Colonna.
Segno , secondo i media europei, che l'asse franco-tedesco sta ritrovando fiducia dopo mesi a fasi alterne.
I dossier negli affari esteri
Sulle rispettive scrivanie, le due ministre hanno, da mesi, alcuni dossier di capitale importanza sul fronte della postura internazionale dei due rispettivi Paesi e collegati ad eventi in continua evoluzione.
Si va dalle modalità di sostegno all'Ucraina, da 15 mesi aggredita dalla Russia, alle relazioni con la Cina, complicate dal ruolo che Pechino potrebbe o meno intraprendere per convincere Mosca a trattare una pace.
Meno immediato ma, alla distanza, non meno strategico, è il capitolo di un eventuale allargamento dell’Unione europea per includere i Balcani occidentali, l’Ucraina e la Moldavia. Un’Unione europea che sale a 35 Paesi membri richiede per Francia e Germania nuove modalità di funzionamento.
In questo quadro, va letta la partecipazione di Francia e Germania al gruppo dei nove Paesi che ha chiesto, nei giorni scorsi, il passaggio alla maggioranza qualificata per le decisioni europee in politica estera. Parigi e Berlino ma anche Roma e Madrid, appaiono ormai stanche dell'ostruzionismo possibile che il voto all'unanimità garantisce ai Paesi de facto minori nel consesso europeo.
Un nuovo sistema decisonale europeo secondo Parigi e Berlino
Sul sistema decisionale europeo Scholz ha recentemente fatto intendere di essere pronto ad accettare il sistema della maggioranza qualificata in tutti i campi, e seppure Macron è parso più orientato a limitare tale nuovo sistema solo a circostanze specifiche, resta tra i due leader un canale di dialogo molto aperto con prove generali questo 10 maggio tra i vertici delle rispettive diplomazie al Quai d'Orsay.
Entro la fine del 2023 nell'Unione bisognerà prendere una decisione sull’apertura del negoziato con l’Ucraina, con inevitabili riflessi sugli altri Paesi candidati da anni, incoraggiati, nel caso, a chiedere una simmetrica accelerazione sui loro dossier di adesione. Anche su questo fronte francesi e tedeschi hanno un peso che resta determinante e che richiede quel coordinamento attento fra Parigi e Berlino che Colonna e Baerbock hanno promesso il 10 maggio nella capitale francese.
Antonio De Chiara Europolitiche
Antonio De Chiara @europolitiche.it