Il 2 febbraio scorso il Consiglio europeo ha approvato all’unanimità l’AI Act, la prima legge al mondo che regola l’utilizzo dell’intelligenza artificiale (IA). La normativa, che mira a trovare un giusto compromesso tra innovazione e tutela degli individui, fa dell’Europa la leader globale nella regolamentazione di questa nuova tecnologia.
L'iter del testo prevede che l’approvazione definitiva sarà alla fine di aprile, con il voto del Parlamento europeo e la pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale: dopo di che, da quel momento ci vorrebbero ancora due anni perché il regolamento diventi esecutivo del tutto. Tuttavia alcuni divieti, data l’elevata soglia di rischio, saranno pienamente in vigore dopo sei mesi dall’approvazione della legge.
Cosa prevede l’AI Act
L' approccio che informa il testo è basato su quattro livelli di rischio, in un crescendo che va da quelli minimi, come videogiochi o filtri antispam, a quelli ritenuti invece inaccettabili e quindi vietati.
Tra i profili urgenti che la legge, già a sei mesi dall'approvazione, potrebbe tutelare, si annoverano : l’uso delle telecamere a riconoscimento facciale negli spazi pubblici, se non per casistiche precise di ricerca di criminali, e il riconoscimento emozionale dei lavoratori.
L'innovazione normativa europea potrebbe migliorare la ricerca sul crimine in termini di polizia predittiva , che sfrutta gli algoritmi per prevedere le probabilità con cui può essere commesso un reato, da chi e dove. Si tratta di un uso molto controverso dell' intelligenza artificiale che può sforare nell'attenuazione, o peggio nella negazione del principio della presunzione di innocenza.
L'Unione europea all'avanguardia e il ritardo degli Stati Uniti
L’Unione europea intervenendo per cominciare a regolare l'Intelligenza artificiale, può intestarsi un primato mondiale se si considera che negli Stati Uniti non esiste al riguardo una legge federale approvata dal Congresso ma, per ora, solo una serie di principi guida che informano l'ordine esecutivo rilasciato lo scorso anno dal presidente degli Stati Uniti Joe Biden, se si fa eccezione di singole iniziative di 20 Stati Usa.
L’impatto della nuova normativa europea sull'IA
In previsione delle elezioni europee di giugno del 2024 è divenuta più urgente una normativa sull’impiego dell’IA. Sebbene il contenuto dell’AI Act non sarà ancora in vigore al momento del prossimo appuntamento alle urne, sono prefigurabili alcuni scenari d'impatto della nuova regolamentazione come il cosiddetto watermarking, un bollino invisibile leggibile da smartphone, computer e televisioni, che permette di riconoscere contenuti creati dall'IAdotti da IA.
Tra I profili rilevanti vi è anche quello sui diritti d’autore, cercando di arginare la predazione di molte realtà di intelligenza artificiale generativa non remunerando coloro che hanno creato quei materiali. Il legislatore europeo mira a riequilibrare il potere tra sviluppatori e lavoro creativo, rendendo riconoscibili i contenuti utilizzati dall'IA ai danni di artisti e creativi.
Con il passare del tempo, l'invasività dell'intelligenza artificiale nella vita degli europei così come la massa critica positiva che apporta, richiede l'entrata in vigore della nuova regolamentazione.
staff @europolitiche.it