L'European Centre for Disease Prevention and Control (Ecdc) in una nota ha precisato che "le varianti che circolano in Cina sono già in circolazione nell'UE e, in quanto tali, non rappresentano un pericolo per la risposta immunitaria dei cittadini UE/SEE.
Inoltre, i cittadini dell'UE/SEE hanno livelli di immunità e vaccinazione relativamente elevati".
Secondo l'organismo europeo: "Non si prevede che l'ondata di casi Covid in Cina influirà sulla situazione epidemiologica del Covid-19 nell'Unione Europea e nello Spazio Economico Europeo". L'Erdc, però, lamenta la carenza di dati affidabili "sui casi di Covid-19, sui ricoveri ospedalieri, sui decessi, nonché sulla capacità e sull'occupazione delle unità di terapia intensiva in Cina".
L'opacità delle notizie provenienti ufficialmente dalla Cina continua a destare perplessità nell'Unione europea. Si paventa una forte diffusione del virus in Cina e ben oltre le previsioni, il che ha convinto l'Ue a tirare dritto per limitare l'onda della nuova tempesta Covid in Cina: chi vorrà viaggiare dal Paese verso l'Unione avrà l'obbligo di un tampone negativo fatto prima della partenza, da ripetersi poi all'arrivo. E' stato l'organo UE preposto, ovvero il meccanismo integrato europeo di risposta alle crisi (Ipcr), convocato dalla presidenza svedese dell'Ue, dopo una riunione fiume di oltre sei ore, ad annunciare il 4 gennaio che gli Stati membri dell'Ue sono "fortemente incoraggiati» a introdurre il requisito di un test negativo fatto 48 ore prima della partenza. Scatteranno poi altre misure di contenimento e monitoraggio, dall'analisi con sequenziamento delle acque reflue dei voli, per individuare l'insorgenza di nuove varianti, la raccomandazione di mascherina a bordo dei voli dalla Cina e altri test a campione sui viaggiatori".
A nulla sono valse le proteste cinesi contro la misura europea, definita da Pechino «non scientifica» e «inaccettabile». A dispetto del fatto che solo poche settimane fa era la Cina a imporre in arrivo quarantene molto rigide.
A conferma che le schermaglie con la Cina erano e sono destinate a proseguire, dopo che Pechino ha declinato, nei giorni scorsi, la fornitura di vaccini gratuiti contro il Covid-19 offerti dall’Unione europea, ritenendo "controllabile" il quadro epidemico dopo l’allentamento delle restrizioni.
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