MEPs approved a revamp of EU fiscal rules.
The new rules, approved on Tuesday, were provisionally agreed upon between European Parliament and member state negotiators in February.
I deputati europei hanno approvato un riassetto delle regole fiscali dell'UE. Le nuove regole, approvate martedì, ricalcano quelle provvisoriamente concordate a febbraio tra il Parlamento europeo e i negoziatori degli Stati membri
Via libera definitivo dell'Eurocamera al nuovo Patto di stabilità. Il Parlamento europeo ha approvato le nuove regole di bilancio, concordate in via preliminare con il Consiglio, che entrano in vigore da quest’anno per la preparazione delle “finanziarie” del 2025. Ora al Consiglio non resta che adottare la riforma del patto di stabilità in via formale. La direttiva per la nuova governance economica dell'Europa è stata approvata con 359 voti favorevoli, 166 contrari e 61 astensioni. I presenti in Aula a Strasburgo erano 586.
Poco prima l'Aula aveva approvato il cosiddetto braccio preventivo della nuova norma (367 sì, 161contrari e 69 astensioni) e il braccio correttivo, con 368 voti contrari, 166 contrari e 64 astensioni.
La riforma del Patto di stabilità passerà ora al Consiglio Agricoltura di lunedì 29 aprile per il via libera definitivo.
"Siamo usciti da quattro anni straordinari per l'economia dell'Ue", ha dichiarato il commissario all'Economia Paolo Gentiloni. "Durante tutto questo periodo è stata applicata la clausola di salvaguardia generale che ha sospeso il vecchio Patto dando agli Stati membri il margine di manovra di cui avevano bisogno per rispondere a questi shock”, ha spiegato Gentiloni. ”Ora abbiamo voltato pagina su quella fase e siamo pronti ad aprire un nuovo capitolo per la governance economica nell'Ue, un capitolo che, sono convinto, ci consentirà di affrontare le nostre sfide attuali e future con rinnovata fiducia", ha detto il commissario all'Economia dopo l'approvazione delle nuove regole fiscali Ue.
Cosa prevede il Patto
I Paesi Ue con un debito pubblico superiore al 60% del Pil dovranno presentare dei piani di riduzione in 4 anni che possono essere estesi a 7 in cambio di riforme e investimenti. I piani saranno nazionali. Il parametro di riferimento sarà la spesa primaria netta (la spesa pubblica esclusa la spesa per interessi, la spesa ciclica per la disoccupazione, le spese finanziate da sovvenzioni Ue). Per gli Stati Ue con un disavanzo superiore al 3% del Pil o un debito pubblico superiore al 60% del Pil, la Commissione pubblicherà una “traiettoria di riferimento” specifica per Paese (entro il 21 giugno), che fornirà gli obiettivi di aggiustamento dei conti pubblici a medio termine per preparare i piani e garantire che il debito sia collocato su un percorso plausibilmente discendente o rimanga a livelli prudenti.
È prevista una riduzione del debito dell’1% annuo se supera il 90% del Pil; deficit all’1,5% nei periodi di crescita. I Paesi indebitati tuttavia hanno una certa flessibilità per gli anni 2025, 2026 e 2027 legata ai maggiori interessi sul debito e agli investimenti in green, digitale e difesa: la Commissione, per non compromettere gli effetti positivi del Pnrr, ne terrà conto nelle procedure per deficit eccessivo quando definirà il parametro di riduzione annua. Inoltre nella spesa primaria netta non sarà considerato il cofinanziamento nazionale di progetti finanziati con fondi di coesione e non è previsto alcun tetto per lo scorporo.
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