Sono state approvate martedi 14 marzo dall'Ecofin le linee-guida sulle quali la Commissione europea dovrà fondare le sue proposte legislative in vista di una riforma del Patto di Stabilità. L'Ecofin è stato preceduto, il giorno precedente, dall'Eurogruppo dei ministri dell'Eurozona.
Sono attese per aprile 2023 le prossime proposte legislative di Bruxelles.
In conferenza stampa il vicepresidente della Commissione Valdis Dombrovskis ha voluto mettere dei punti fermi: “Le conclusioni di oggi riflettono l’obiettivo della Commissione di un sistema più semplice (…) e di un più ampio margine di manovra nella riduzione del debito, unitamente però a un'applicazione più rigorosa delle regole”, ammettendo che sono previste dinamiche ancora aperte nel negoziato tra Bruxelles e i governo dei Paesi membri sui “dettagli per raggiungere una convergenza su alcune questioni rimaste aperte”.
I passi avanti e le riserve in campo
Il parere positivo alla riforma della governance economica europea è un passo decisivo secondo il commissario europeo all’Economia Gentiloni, che intervistato da Radio Rai ha riferito che “la Germania non è convinta della gradualità della riduzione del debito" ma ha confermato, quanto afferma da mesi, ovvero che "Servono riduzioni del debito più graduali e attenzione anche alla crescita, questa è la proposta fatta a novembre dalla Commissione europea e ieri i ministri hanno dato il primo via libera”.
Gentiloni non ha quindi nascosto le perplessità insorte nel consesso dei ministri finanziari dell'Unione sull'uso della Commissione, fin dal 2024, dei futuri principi del Patto di Stabilità, con tanto di proposte giuridiche sulla revisione della governance economica. Una malcelata prudenza e cautela, voluta, in primis, dal governo tedesco che si è palesemente riflessa sulla dichiarazione finale dell'Ecofin secondo cui “la Commissione, prima di pubblicare le sue proposte legislative, dovrà tener conto delle opinioni convergenti degli Stati membri e a continuare a impegnarsi con gli Stati membri nelle aree individuate in vista di ulteriori discussioni”.
Restano influenti le dinamiche intergovernative
Nei fatti, sulle decisioni da prendere ai fini dell'equilibrio sistemico generale in riassestamento dopo la recessione pandemica hanno influito ruoli istituzionali e dinamiche politiche interne nei Paesi primari dell'Unione. In Germania, l'aver affidato nel governo Scholz la casella delle finanze al liberale Lindner sta progressivamente riportando al modus facendi tedesco prepandemico riguardo alle questioni sul centro nevralgico dell'Unione che è ancora e comunque la governance economica. Il clima di emergenza e coesione dei semestri di pandemia e recessione sta lasciando il posto, di Ecofin in Ecofin, a diffidenze e timori sulle insidie delle eccessive asimmetrie fra livelli dei debiti pubblici dei Paesi Ue. Remore che sembravano dissipate con la creazione del NextGenerationEu, l fondo che copre gli anni 2021-2023 e sarà accompagnato dal bilancio 2021-2027 dell'UE, per un valore totale di 1824,3 miliardi di euro. Il NGEU, evidentemente, può essere considerato sia un primo passo verso una Unione con bilancio e tesoro comune o, all'inverso, solo una parentesi eccezionale nel battage intergovernativo. Appare prezioso l'attivo ruolo d'interposizione e di lavorio diplomatico-negoziale di alcuni Commissari, in primis il titolare degli Affari economici Gentiloni, che insistono per una continuità con la coesione intergovernativa gia sperimentata con il lancio di NGEU e la sospensione a partire dal 23 marzo 2020 del rigido Patto di Stabilità dell'Unione e l'auspicio che si rifletta nella sua riforma..
Sullo sfondo, si conferma a corrente alterna l'asse franco-tedesco che sembra più efficace sul fronte delle comuni esigenze di aiuti di stato alle industrie che, all'ecoofin di marzo 2023, nelle solidarietà di bilancio e vigilanze sui debiti statali.
Antonio De Chiara @europolitiche.it