EN: After years of negotiations, on Wednesday 10 April the European Parliament has approved a major reform regulating the EU's migration and asylum rules.
It will come into force in two years' time. The EU said the pact combined "mandatory solidarity" between member states with flexibility. Although some EU states remain opposed to parts of the agreement, it is expected to receive full approval at the end of April under majority voting.
Under the proposed rules, the EU's 27 countries will be required to either take in thousands of migrants from "frontline" countries, such as Italy, Greece and Spain, or provide extra funding or resources instead.
IT: Dopo anni di negoziati, mercoledi 10 aprile il Parlamento europeo ha approvato un’importante riforma che regola le norme dell’UE su migrazione e asilo. Entrerà in vigore tra due anni. L’UE ha affermato che il patto combina la “solidarietà obbligatoria” tra gli Stati membri con la flessibilità. Sebbene alcuni stati dell’UE restino contrari ad alcune parti dell’accordo, si prevede che esso riceverà la piena approvazione alla fine di aprile con voto a maggioranza. Secondo le norme proposte, i 27 paesi dell’UE saranno tenuti ad accogliere migliaia di migranti provenienti da paesi “in prima linea”, come Italia, Grecia e Spagna, oppure a fornire finanziamenti o risorse aggiuntive.
Il patto stabilisce che le richieste di asilo con "scarse probabilità di essere accettate" dovrebbero essere esaminate rapidamente, senza necessariamente ammettere il richiedente nel territorio dell'UE. L'accordo mira inoltre a trattare le richieste di asilo entro un massimo di 12 settimane. In caso di respingimento, i richiedenti asilo dovrebbero essere rimpatriati forzatamente nel paese d'origine entro lo stesso termine. I migranti saranno soggetti a una procedura di screening pre-ingresso più rigorosa entro sette giorni, che includerebbe l’identificazione e controlli sanitari e di sicurezza.
Verranno raccolti dati biometrici per ogni migrante di età pari o superiore a sei anni e sarà creato un meccanismo per rispondere all’improvviso aumento degli arrivi.
L'iter e il sostegno politico
Il patto segna il risultato di circa 10 anni di negoziati dopo l'afflusso di rifugiati del 2015 a causa della guerra in Siria. Presentato dalla Commissione europea nel settembre del 2020, il Patto è stato successivamente modificato ed emendato fino a quando, a dicembre del 2023, si è raggiunto un accordo provvisorio: ora, per poter diventare legge, la normativa dovrà essere ratificata dal Consiglio europeo.
Il patto è stato sostenuto dai tre gruppi politici della coalizione Ursula: il gruppo di centrodestra del Partito popolare europeo (Gruppo PPE) e l’Alleanza progressista di socialisti e democratici (S&D) di centrosinistra e i centristi di Renew.
Entrambi i gruppi stanno cercando di respingere una forte sfida da parte della destra nelle elezioni parlamentari di giugno.
Reazioni e commenti
In Germania, il cancelliere tedesco Scholz ha definito il nuovo Patto un "passo storico e indispensabile" mentre dalla Francia il presidente Macron ha affermato che l’Europa sta agendo “in modo efficace e umano”. La delegazione francese nei socialdemocratici europei ha però votato contro. In Italia, sostanzialmente a favore la coalizione di governo, ad eccezione della Lega mentre si registra il dissenso del PD come si evince dalla dichiarazione del capodelegazione Benifei: “La questione è ovviamente complessa, e i gruppi parlamentari europei si divideranno perché c’è chi pensa legittimamente che questo compromesso sia meglio di nessun compromesso; ma per noi, da italiani del Pd, è davvero troppo poco, e per questo voteremo contro” in dissenso con il suo schieramento socialdemocratico a Strasburgo, eccezion fatta per il regolamento sul meccanismo di solidarietà.
Sul fronte più critico si segnalano le dichiarazioni del governo ungherese guidato da Orban che ha promesso di non accogliere migranti irregolari “a prescindere da qualsiasi patto sull’immigrazione”, e quelle del primo ministro polacco Tusk che ha respinto come “inaccettabile” il meccanismo per l’accoglienza di alcuni richiedenti asilo o il versamento di un fondo UE per gli stati in prima linea.
Sebbene molti deputati abbiano accolto con favore il risultato, molti hanno anche rimarcato “imperfezioni” nell'accordo.
Le ONG manifestano delusione. Da anni sostengono che va tolto il principio alla base del Regolamento di Dublino III (lo Stato membro di primo ingresso è competente per la domanda di asilo, ndr), ma per il Consiglio era una linea rossa invalicabile. Da molte ONG si accusa coloro che dicono che è stato superato Dublino, ritenendo una simile affermazione una falsità.
La soddisfazione dei rappresentanti istituzionali dell'UE
Roberta Metsola, presidente del Parlamento europeo, ha affermato che si è raggiunto un "equilibrio tra solidarietà e responsabilità". “Non risolverà tutto da un giorno all'altro, ma rappresenta dieci passi da gigante in avanti”. Con il nuovo Patto migrazione e asilo nessuno Stato membro sarà lasciato solo. Ha dichiarato la presidente della Commissione europea Von der Leyen.
"È un momento di successo o di rottura", ha affermato la vicepresidente della Commissione europea Margaritis Schinas. "Il Patto che avete davanti non è la ricostruzione del Partenone. Non abbiamo mai preteso di farlo", ha detto, aggiungendo che prima esisteva un "non sistema per l'immigrazione".
Secondo il presidente del Consiglio europeo Michel è opportuno ”restare calmi, il patto è stato approvato e lavoreremo nella sede del trilogo per la sua definitiva messa in pratica".
staff @europolitiche.it