Le elezioni legislative in Francia di domenica 12 giugno si concluderanno domenica prossima, per eleggere i 577 deputati dell’Assemblée nationale.
Dalla riforma del 2000, alle elezioni del presidente seguono 2 mesi dopo le legislative che, fino ad oggi, hanno sempre dato maggioranza assoluta al partito presidenziale.Quest’anno per la prima volta la situazione potrebbe cambiare. Ensemble! raccoglierebbe tra i 250 e i 330 e la NUPES con Melenchon raccoglierebbe tra i 175 e i 215 seggi su 577.Il Rassemblement National di Marine Le Pen tra i 20 e i 50. Sembra insomma che Mélenchon non arriverà ad avere una maggioranza assoluta - servono 289 seggi -, ma non è detto che Macron non perda la sua.
Ma vediamo nel dettaglio schieramenti e programmi
Il presidente Macron propone alle legislative Ensemble!, l’alleanza che riunisce tutti i partiti che lo sostengono (En Marche, i centristi del MoDem e Horizons, il partito del suo ex primo ministro Philippe) con la quale propone una direzione socioeconomica opposta: “l’unico modo di finanziare questo progetto è andando verso il pieno impiego e di lavorare più a lungo” ha affermato il presidente.
Età pensionabile aumentata da 62 a 64 anni e con 43 anni di contributi, è la riforma forte in programma. Questo garantirebbe la stabilità del sistema, una pensione minima accresciuta a 1'100 euro e la possibilità di aumentare i salari degli insegnanti, assumere più personale medico, migliorare i servizi pur continuando a ridurre progressivamente le tasse come negli ultimi cinque anni.
I partiti di sinistra si sono uniti sotto l'egida di Jean-Luc Melenchon in un’alleanza, la NUPES, Nuova Unione Popolare Ecologica e Sociale
Usciti malconci dalle presidenziali, socialisti, comunisti e verdi non hanno avuto altra scelta che rispondere all’offerta di unione di Jean-Luc Mélenchon, il leader del partito di sinistra radicale La France Insoumise (La Francia ribelle, ndr.) , forte di un inappellabile 22% di voti al primo turno.
La NUPES raccoglie sensibilità che vanno dai comunisti ai socialdemocratici. Il programma unitario si concentra sulle misure di spesa, come la riduzione dell’età pensionabile da 62 a 60 anni (costa 5% del PIL), un salario minimo a 1'500 euro, e investimenti per 250 miliardi di euro (10% del PIL) concentrati soprattutto sullo stimolo dei consumi più che della produzione.
Più difficile appianare le divergenze su questioni come l’Europa, NATO o nucleare, dai quali Mélenchon vorrebbe piuttosto allontanarsi, al contrario dei socialisti, o la Russia, verso la quale il leader è decisamente più accondiscendente degli alleati. Ma, a sorpresa, il tribuno è riuscito a strappare un accordo dove questi punti rimangono sufficientemente opachi per permettere a tutti di firmarlo.
L’astensione sembra che sarà il primo partito del Paese, con sondaggi che prevedono fino al 55% di aventi diritto pronti a rimanere a casa.
Il Governo nominato da Macron dopo le presidenziali rischia: ci sono 15 ministri candidati, a cominciare dalla prima ministra, Elisabeth Borne. In difficoltà due simboli della politica di Macron: Clément Beaune, ministro degli Affari europei, candidato a Parigi centro e Amélie di Montchalin, ministra della Transizione ecologica. Vale la regola non scritta che chi non è eletto deve lasciare la carica di ministro.