I ministri degli Interni dell'Unione europea riuniti per negoziare un nuovo Patto per l'Asilo e Migranti hanno approvato giovedi 8 giugno un pacchetto a maggioranza col voto contrario di Ungheria e Polonia e il Sì dell’Italia. La svolta dopo l’intesa sui respingimenti, anche nei Paesi terzi.
Lunghi negoziati per il Patto e riposizionamenti pragmatici.
Al Consiglio Affari Interni del Lussemburgo i 27 hanno raggiunto, dopo ben 12 ore di negoziati, un testo di compromesso sui due pacchetti di norme che costituiscono il cuore del nuovo Patto per l'Asilo e Migranti è stato trovato. Anche l'Italia che in un primo momento l'aveva bloccato ha dato il via libera. Il voto è risultato alla fine a maggioranza qualificata che ha visto l’Italia da otto mesi guidata dal governo Meloni separarsi da alleati storici come Polonia e Ungheria, contrari alle sanzioni previste per chi non ricolloca, astenuti insieme a Slovacchia, Lituania, Malta e Bulgaria.
Contenimento dei flussi o processo ordinato e sostenibile di afflusso?
L’enfasi dell’accordo in Lussemburgo è rappresentato dalla difesa delle frontiere, dai rimpatri e dal contenimento dei flussi dei migranti nei paesi di origine o di transito. e? però innegabile che la presenza ormai radicata di immigrati in quasi tutti i paesi genera processi di attrazione per i ricongiungimenti familiari, per fenomeni di attrazione e per processi di contiguità.
Secondo i critici, le politiche da attuare non sono quelle di limitarsi ad arginare il flusso, ma quelle di favorire un processo ordinato e sostenibile di afflusso di persone nei vari paesi di destinazione.
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