EN - Distrust
On Monday 16 December in the Bundestag, Chancellor Scholz was defeated with 207 votes in favor and 394 against. 116 abstained. To gain confidence, Scholz would have had to obtain at least 366 votes. The cold numbers confirm the political crisis of the first three-party executive in the history of the Federal Republic of Germany.
The SPD, as a great party that it is, had great intentions planned in this long post-Merkel period of German public and social narrative. However, the obstacles in these three years have been of considerable magnitude.
Voting will take place on 23 February 2025 and the sixty-six-year-old Olaf Scholz will once again be the candidate for the chancellorship of the SPD.
DE - Misstrauen
Bundeskanzler Scholz erhielt am Montag, 16. Dezember, im Bundestag ein Misstrauensvotum. Es gab 207 Ja-Stimmen und 394 Nein-Stimmen. 116 enthielten sich. Um Vertrauen zu gewinnen, hätte Scholz mindestens 366 Stimmen auf sich vereinen müssen. Die kalten Zahlen bestätigen die politische Krise der ersten Dreiparteienregierung in der Geschichte der Bundesrepublik Deutschland.
Als große Partei hatte die SPD in dieser langen Post-Merkel-Periode des öffentlichen und gesellschaftlichen Narrativs in Deutschland große Absichten. Allerdings waren die Hindernisse in diesen drei Jahren von erheblichem Ausmaß.
Am 23. Februar 2025 wird abgestimmt und der 66-jährige Olaf Scholz wird erneut Kanzlerkandidat der SPD sein.
IT - La sfiducia
Lunedì 16 dicembre al Bundestag il cancelliere Scholz è stato sfiduciato con 207 voti a favore e 394 contro. In 116 si sono astenuti. Per ottenere la fiducia Scholz avrebbe dovuto ottenere almeno 366 voti.
I freddi numeri sanciscono la crisi politica del primo esecutivo tripartitico nella storia della Repubblica federale tedesca.
Il discorso parlamentare di Scholz è durato di 25 minuti. Il cancelliere ha parlato della fatica dell'economia tedesca a mantenere il ruolo di locomotiva d'Europa, ma ha soprattutto puntato il dito contro le responsabilità dei liberali del Fdp che, a suo parere, hanno progressivamente rallentato l'azione riformatrice del governo e fatto venire meno la 'coalizione semaforo’. «Ha sabotato il governo – ha sottolineato adirato Scholz nel corso del suo discorso prima del voto di fiducia, rivolgendosi a Lindner –. La politica non è un gioco. Entrare nel governo richiede la necessaria maturità morale».
I nodi al pettine
Tra socialdemocratici e liberali sono stati tre anni di difficile compromesso su ogni singolo tentativo di andare oltre l'ordinario con un reciproco lancio, prima velato, poi manifesto, di accuse sul senso di fondo dell'azione riformatrice da portare avanti. La Spd e il suo cancelliere hanno dovuto tollerare la postura protorigorista di Lindner e dei suoi, apparsa più una differenziazione ai fini della profilazione dello spazio politico da occupare o presidiare che una reale propulsione a venire concretamente a capo dei problemi della Germania di oggi.
La Spd, da grande partito qual'è, aveva in programma grandi propositi in questo lungo dopo-Merkel dellla narrazione pubblica e sociale tedesca. Gli ostacoli sono però stati in questi tre anni di notevole portata. Sicuramente l'impatto su molti fronti della guerra russo-ucraina, il protrarsi delle difficoltà del modello export- led, la pretesa di semplificare e, forse, negare all'autocoscienza politica la complessa eppur necessaria transizione green del sistema produttivo. Scholz ha fatto il possibile e del suo meglio ma sono state proprio le continue e simultanee criticità che ha dovuto affrontare, a dare l'impressione che il governo semaforo fosse spesso preceduto dagli eventi e di governarli senza slancio.
La Germania langue da due anni in una stagnazione che tende alla recessione. La crisi sta colpendo, come mai prima d’ora, la grande industria, in particolare le tre colonne portanti della produzione industriale e dell’export tedeschi: siderurgico, chimico-farmaceutico e automobilistico. I colossi Thyssenkrupp, Bayer e Volkswagen hanno annunciato piani di ristrutturazione e tagli, a dir poco preoccupanti, con scioperi e manifestazioni dei lavoratori come non se ne vedevano da anni ed anni.
Gli scenari
Si vota il 23 febbraio 2025 e il sessantaseienne Olaf Scholz, sarà nuovamente il candidato alla cancelleria della Spd. Le scorse settimane sembrava che potesse essere sostituito dal ministro della difesa, Boris Pistorius, ma è stato lo stesso Pistorius a farsi da parte con un video messaggio in cui aveva confermato la sua fiducia in Scholz.
Da tempo però i sondaggi danno nettamente in testa (attorno al 30%) il partito di centro Cdu/Csu, guidato da Friedrich Merz. C’è poi l’incognita del risultato elettorale delle ali estreme: Sono dati in ascesa l’estrema destra di AfD (Alternative für Deutschland) e il partito che fa capo all'esperta politica ed ex giornalista Sahra Wagenknecht. Socialdemocratici e cristiano-democratici hanno però escluso alleanze con le due forze politiche più estreme. Lo scenario è complicato e molti analisti giungono a non escludere una Große Koalition fra Spd e Cdu-Csu.
Ora tutti a capofitto in una campagna elettorale invernale, che non ha precedenti in Germania. E a gennaio si insedia il nuovo presidente degli Stati Uniti, ma la Germania non avrà un interlocutore che possa trattare, fin da subito, su tutto, con Donald Trump.
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