La città di Firenze rende omaggio a David Sassoli a due anni dalla sua scomparsa
Giusy Rossi per @Europolitiche
Si è tenuta mercoledì 28 Febbraio scorso alla Biblioteca delle Oblate di Firenze la presentazione del libro di David Sassoli “La saggezza e l'audacia. Discorsi per l’Italia e per l’Europa” alla presenza delle massime autorità cittadine. “Firenze era per David una città amica, la sua città natale, veniva a ispirarsi qui per i suoi principi democratici. Un uomo mite e coraggioso, aperto al dialogo e all’ascolto di tutti” - dichiara il vescovo Giuseppe Betori – “Unità, dialogo, diritto, sono I principi ispiratori, le parole chiave a cui faceva riferimento anche il Sindaco La Pira, parole che dobbiamo fare nostre, insieme al concetto di pace integrale”.
Il libro di David Sassoli, curato da Claudio Sardo, è una raccolta dei suoi scritti più recenti, che rappresentano una radice viva delle sue indicazioni per la politica di oggi, anche adesso che non c’è più.
“David Sassoli è stato un uomo profetico” - dichiara il Sindaco Dario Nardella - “Gli anni che passeranno non affievoliranno il suo messaggio, ma rimarrà ancora più saldo e nitido, così come è stato per La Pira”.
Giornalista molto noto, Europarlamentare e Presidente del Parlamento Europeo, un’onda di emozione sincera ha accompagnato la sua scomparsa nel 2022. Il libro è il tentativo di andare oltre queste emozioni esponendo le sue idee e la sua visione. La storia è andata avanti in questo ultimo periodo, ma il suo pensiero riguardo all’Europa può dirsi generativo (basti considerare i principi che lui richiama come la libertà di espressione, I diritti civili, la libertà di movimento, la difesa della vita, il valore della dignità). L’Europa, a seconda da dove la guardiamo, ha diversi confini: quello della moneta unica, quello dello spazio Schengen,
se poi consideriamo il Consiglio d’Europa che unisce ben 46 paesi... Ma l’Europa è soprattutto una civiltà tenuta insieme dai suoi diritti. Non tanto come ordinamento ma come tensione al pieno sviluppo della personalità di ognuno. Questo il senso più profondo della cultura del progetto Europeo che David Sassoli trasmette. Non possiamo immaginare che la democrazia si esaurisca col voto. Ma è un patrimonio economico, sociale e ambientale di responsabilità comune. Col voto europeo si dovrebbero decidere gli indirizzi. Quale direzione sceglie l’Europa? Non un dibattito astratto su quanto potere cedere dagli Stati Nazionali. Questo dibattito è ormai superato. I giovani di oggi hanno naturalmente questo spirito europeo Dobbiamo offrire loro maggiori opportunità, sostenere l’Erasmus. Se pensiamo per esempio che il bilancio europeo corrisponde all’1% del Pil, possiamo capire quanta strada c’è ancora da fare. Una strada che Sassoli ha segnato in modo inequivocabile dando un ruolo di primo piano al Parlamento Europeo durante la
pandemia. L’Europa deve fare politiche comuni e grandi investimenti, il problema vero è l’economia di scala.
Claudio Sardo ha raccolto il suo pensiero in modo mirabile, dimostrando attraverso i suoi discorsi l’alto profilo di leader internazionale qual era. David ha trasformato il ruolo del Parlamento Europeo dandogli molta più importanza: alcune scelte sono state illuminate, come ad esempio tenere aperto e operativo il Parlamento durante il lock down. Un ruolo sempre più attivo, e più importante del Consiglio Europeo, ribaltandone il consueto equilibrio. Con la pandemia è stata aperta una nuova strada di solidarietà. Violato il tabù del debito comune. E senza debito comune non ci potranno essere gli avanzamenti necessari anche in futuro. David Sassoli non ha visto l’invasione russa dell’Ucraina ma si era attivato già da tempo per la difesa degli oppositori russi e di Navalny, alla cui figlia ha consegnato il Premio Sakharov per la libertà di espressione nel 2021 ed era per questo una personalità non gradita in Russia. Lui ha vissuto una stagione tutto sommato positiva per l’Europa, portando a termine il Next Generation Eu.
Un grande politico come lui avrebbe saputo far convivere questa atroce contraddizione attuale tra libertà e pace. A ben vedere gli ultimi conflitti scoppiati alle porte dell’Europa non si chiudono mai, magari si abbassa la tensione, ma il focolaio rimane acceso, e questo mette il mondo di fronte a nuove responsabilità.
Riferendosi alla Shoah sosteneva: “E’ accaduto una volta, può accadere ancora” per questo non possiamo trascurare gli episodi di odio che succedono in Europa, anche se alcune lezioni dalla storia sembra che le abbiamo imparate. Le sue parole ci incoraggiano verso un’idea di speranza concreta, di fiducia nella democrazia, nella giustizia sociale e ambientale. Tocca soprattutto a noi adesso far vivere questa speranza per la costruzione di un nuovo umanesimo.