EN - The EU boycott of the misaligned initiatives of the Hungarian rotating presidency of the Union also led to the substantial failure of Ecofin and the Eurogroup in Budapest.
For EU leaders, Viktor Orban's initiative to travel to Moscow on 5 July to meet Vladimir Putin was a violation, a provocation that had embarrassed the Union when Hungary took over the six-month presidency until December 2024. The order of President Ursula von der Leyen had been peremptory: no Commissioner would participate in the informal meetings organized by Budapest for the EU semester. With this premise, meetings are announced on 13 and 14 September without European Commissioners and with a handful of ministers.
IT - Il boicottaggio dell'UE delle disallineate iniziative della presidenza di turno ungherese dell'Unione, ha prodotto anche il sostanziale fallimento dell'Ecofin e dell'Eurogruppo a Budapest. Per i leader dell'UE, l'iniziativa di Viktor Orban di recarsi a Mosca il 5 luglio per incontrare Vladimir Putin è stata una violazione, una provocazione che aveva imbarazzato l'Unione quando l'Ungheria ha assunto la presidenza di sei mesi fino a dicembre 2024. L'ordine della presidente Ursula von der Leyen era stato perentorio: nessun Commissario avrebbe partecipato alle riunioni informali organizzate da Budapest per il semestre UE. Con questa premessa, vengono annunciate riunioni il 13 e 14 settembre senza Commissari europei e con una manciata di ministri:
Prima di questi Consigli ministeriali economici, altri vertici ministeriali informali sono stati boicottati. I ministri degli Esteri e della Difesa dell'UE sono stati convocati a Bruxelles e non a Budapest grazie a un cavillo procedurale furbo, ovvero la convocazione 'ad hoc' effettuata dall'Alto Rappresentante Borrell, convinto sostenitore del boicottaggio ostile al putinismo di Orban giudicato una seria minaccia alla compattezza del sostegno dell'UE all'Ucraina attaccata. Gli otto Paesi presenti a livello ministeriale sono Austria, Cipro, Repubblica Ceca, Italia, Lussemburgo, Malta, Slovacchia e Slovenia.
Più assenze che presenze
Più di recente, alla riunione dei ministri dell'Agricoltura a Budapest, non sono mancate le assenze. Alla luce di questi e altri precedenti, né il vicepresidente della Commissione europea Valdis Dombrovskis né il commissario all'Economia Paolo Gentiloni sono assenti all'Ecofin e all'Eurogruppo nella capitale ungherese venerdì 13 e sabato 14 settembre.
La delegazione e il ministro dell'Economia hanno assicurato la loro presenza anche solo perché l'Italia ha la presidenza di turno del G7. Giorgetti ha dichiarato di essere venuto a Budapest per fare il punto sui lavori per arrivare all'utilizzo degli extra profitti degli asset russi immobilizzati nell'agenda dell'Eurogruppo, il coordinamento dei ministri dell'Economia dell'Eurozona (un forum indipendente dal Consiglio UE e dalla presidenza ungherese). La distinzione del governo italiano, notoriamente in buoni rapporti con Orban, non è passata inosservata ai media, nonostante la disapprovazione di Von der Leyen, Scholz, Macron e Sanchez per l'operato del leader sovranista ungherese, sia prima che dopo le recenti elezioni europee.
La reazione del ministro ungherese
Il sostanziale fallimento dell'Ecofin e dell'Eurogruppo a Budapest ha reso evidente come le ambizioni unilaterali di una minoranza di paesi con governi sovranisti, nel caso specifico dell'Ungheria, non producano gli effetti dell'autonomia decisionale nazionale proclamata e indeboliscano l'impatto di vertici destinati ad avere un impatto solo perché collegiali. Sollecitato dai giornalisti in una conferenza stampa, il ministro delle Finanze ungherese Varga ha dichiarato all'inizio dell'Ecofin di non essere deluso, specificando che "ogni Paese ha il diritto di decidere la propria rappresentanza. È libero di decidere chi è la persona giusta per rappresentarlo". Nonostante la dichiarazione di Varga, chiaramente all'insegna di una spavalda sicurezza diplomatica, i due vertici sono tra i più insignificanti della storia europea.
staff @europolitiche.it