Rinnovare e rafforzare la Politica di Coesione per il futuro dell'Europa secondo la prospettiva delle amministrazioni locali e regionali. Su questi temi si sono riuniti il 18 e il 19 marzo 2024 più di 3.500 leader locali, regionali ed europei a Mons, nella regione vallona del Belgio, sotto l'egida della Presidenza belga del Consiglio dell'Unione europea.
I circa 3500 partecipanti hanno dato vita al Vertice europeo delle regioni e delle città che, come ogni due anni, è organizzato dal Comitato europeo delle regioni (CdR) con i rappresentanti eletti degli enti regionali e locali si incontrano per discutere delle principali sfide cui è confrontata l'Unione europea.
L’incontro a Mons è avvenuto a poca distanza dalla riunione del Consiglio europeo, prevista a Bruxelles nelle giornate del 21 e 22 marzo 2024; e a poche settimane delle elezioni europee.
Il vertice del 2024 è stato il 10° dalla fondazione, e ha coinciso con il trentesimo anniversario, proponendosi, come si leggeva già dal comunicato ufficiale di presentazione, “di offrire una nuova prospettiva su temi al centro delle preoccupazioni dei cittadini, come la democrazia, lo sviluppo sostenibile, il futuro dell’Unione europea e il suo allargamento, la necessità di garantire la coesione sociale, economica e territoriale e la gestione delle conseguenze della guerra contro l’Ucraina. Le sfide globali saranno affrontate riunendo diverse prospettive da tutto il mondo.”
Oltre a discutere l’agenda per il futuro dell’Europa, i e le rappresentanti che hanno preso parte al vertice hanno consegnato la dichiarazione da loro adottata ad Alexander de Croo, primo ministro del Belgio, Paese al quale è attribuita la presidenza di turno del Consiglio dell’Unione europea per il primo semestre 2024. Il documento, denominato Dichiarazione di Mons, sintetizza le priorità di città e regioni per far fronte alle sfide dell’Unione europea a livello locale, soprattutto grazie alle risorse della Politica di Coesione.
Secondo de Croo, “la Dichiarazione di Mons fornisce un segnale forte per un futuro in cui le regioni e le città sono il cuore pulsante dell'Europa. […] Dal cambiamento climatico alla transizione digitale, le regioni e i comuni danno risposte ai bisogni dei cittadini e affrontano le divisioni”.
In particolare, sono cinque le richieste contenute nella Dichiarazione di Mons, prima fra tutte quella che attribuisce un ruolo centrale agli investimenti pubblici e quindi alla Politica di Coesione, che deve continuare a essere lo strumento principale per rafforzare e innovare l’Unione europea.
In secondo luogo, è stata manifestata la necessità di garantire a enti locali e regionali l’accesso diretto ai finanziamenti dell'UE per sostenere iniziative e progetti a fronte delle sfide legate ai cambiamenti climatici e incentivare lo sviluppo sostenibile.
Il terzo punto chiede che le politiche dell'UE per le pari opportunità siano formulate “in modo tale da non lasciare indietro nessun luogo o persona”. Obiettivo che passa attraverso il riconoscimento delle specificità di tutte le regioni europee, comprese quelle rurali, urbane e ultraperiferiche.
Inoltre, i leader locali e regionali consigliano l’adozione di “un approccio lungimirante al futuro dell'Unione europea”, in vista di un maggiore coinvolgimento nel processo di riforma e ampliamento dell'UE degli enti locali e regionali.
Infine, si vuole consolidare la dimensione locale e regionale della democrazia europea e cercare di dare un ruolo di maggiore impatto al Comitato europeo delle regioni nei processi legislativi europei.
“Le regioni e le città non sono semplici esecutori delle politiche dell'UE, ma attori a pieno titolo del progetto europeo con il potere di produrre risultati concreti per i cittadini” ha dichiarato in merito a quest’ultimo punto Vasco Alves Cordeiro, Presidente del Comitato europeo delle regioni; “con la Dichiarazione di Mons, chiediamo un ruolo più forte per il Comitato europeo delle regioni nel plasmare il futuro dell'Europa”.
Angela Di Stefano @europolitiche.it