Si è tenuto a Firenze alla Stazione Leopolda dal 14 al 16 marzo scorso la prima edizione del Festival Voices su giornalismo e media literacy, ideato dall’Istituto Universitario Europeo. Molti i temi affrontati, dalla libertà di espressione all’intelligenza artificiale, dalla protezione dei giornalisti a come smontare le fake news. Un festival che si presenta anche come occasione di laboratorio internazionale per un pensiero sul pluralismo dei media, tema di grande attualità non solo in Italia. Il panorama globale dei media sta cambiando, con l’ascesa di nuovi players internazionali. La prospettiva occidentale continua a dominare la scena, in mezzo alle sfide di un’informazione manipolata da nuovi media indipendenti, mentre le operazioni militari e l’ascesa di attori non statali influenzano le notizie con la propaganda militare. La nostra società si trova quindi difronte a nuove sfide di comprensione e di orientamento, alla vigilia delle elezioni europee. In questo ambito è di grande importanza richiamare il recente Regolamento voluto dal Parlamento Europeo sull’Al Act ovvero il primo atto normativo al mondo sulle applicazioni dell’intelligenza artificiale.
Molto spazio e’ stato dedicato anche ai documentari e ai laboratori rivolti agli insegnanti sulla corretta informazione. Un esempio per tutti, il caso della narrativa polarizzata sul tema dei migranti che crea molte tensioni in Europa a più livelli. Spesso infatti dietro fatti di cronaca stereotipati vengono trascurate le storie delle singole persone, disumanizzando il racconto e contribuendo a creare fenomeni di radicalizzazione e di islamofobia. Garantire una corretta informazione e salvaguardare la trasparenza del discorso pubblico sono obiettivi di primaria importanza a tutela del diritto alla conoscenza dei cittadini. Il format del Festival si è rivelato molto interessante, con numerosi talk in contemporanea, seminari in plenaria, conversazioni in piccoli gruppi per incontrare storie di giornalisti sotto attacco e testimonianze dirette. Un pubblico giovane e selezionato ha potuto apprezzare gli incontri, rigorosamente in inglese, e forse questo è stato l’aspetto più critico per coinvolgere un pubblico più vasto e generalista. Alla vigilia del voto europeo c’è infatti bisogno di parlare maggiormente e in modo chiaro di come funziona l’Europa, per facilitare un dibattito veramente internazionale e non ripiegato su temi provinciali e nazionali. Ringraziamo quindi gli organizzatori per aver rilanciato questo dibattito e per aver dato spazio a buone pratiche di giornalismo, qualificandosi ancora una volta come un’istituzione di eccellenza nella formazione della classe dirigente europea.
Giusy Rossi inviata al Festival per @europolitiche.it