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"L'Europa nel vortice. Dal 1950 ad oggi" di Jan Kershaw

02-03-2024 12:54

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Europolitiche, Cultura politica, storia europea, europa nel vortice , Jan Kershaw, Latera 2022, integrazione europea,

"L'Europa nel vortice. Dal 1950 ad oggi" di Jan Kershaw

La recensione del libro del noto storico inglese nell'edizione italiana del 2022, uscito per Penguin nel 2019. A cura di Antonio De Chiara.

Recensione di “L'Europa nel vortice. Dal 1950 a oggi”

  • Autore: Jan Kershaw
  • Casa Editrice: Laterza, Bari_ Roma
  • Pagine: 800
  • Data di uscita: 17-03-2022 

Ian Kershaw, uno dei maggiori storici contemporanei, prosegue il suo viaggio nella storia del nostro continente nel '900. Il suo voluminoso libro pubblicato nel 2018 per Penguin Randon House "Roller-Coaster. Europe 1950-2017” è stato tradotto da Laterza per la collana Cultura storica nel 2020 e nella Biblioteca storica nel marzo del 2022.  

Lo storico inglese narra degli eventi storici continentali negli anni compresi tra il 1950 e il 2017. Kershaw delinea un bilancio consuntivo della trasformazione dell'Europa nei sette decenni post-1950 nei dodici capitoli che propone al lettore corredandoli di un proscritto e di una appendice.

Secondo l'autore, nei decenni seguiti alla seconda guerra mondiale, la stupefacente ripresa dell'Europa è condizionata da una “matrice dello sviluppo” a più fattori. I principali sono la fine delle ambizioni di grande potenza della Germania, il riassetto geopolitico della dell'Europa centrale e orientale, la subordinazione degli interessi nazionali a quelli delle due superpotenze, l'impetuoso e improvviso affiorare di una crescita economica senza precedenti e l'effetto dissuasivo della minaccia costituita dalle armi nucleari.

Intorno al 1970 questi fattori arrivano ad avere una importanza molto minore rispetto agli anni dell'immediato dopoguerra. Con la fine del lungo boom economico, secondo Kershaw muta il paradigma dell'ordine economico postbellico con l'inizio di quella che retrospettivamente può essere considerata una nuova matrice, che prende forma solo gradatamente durante i successivi venti anni. Kerhaw la chiama “matrice della nuova insicurezza” con il suo portato di economie liberalizzate e deregolamentate, una globalizzazione impetuosa, la prima rivoluzione informatica e, dopo il 1990, l'emergere di una costellazione multipolare di centri di potenza a livello globale. Lo storico inglese parla di amalgama delle componenti citate in senso trasformazionale delle esistenze stesse dei nuovi europei alle prese con la caduta della cortina di ferro e il rapido innervarsi di Internet. Allargando lo sguardo alla dimensione geopolitica comparativa tra i grandi Paesi europei, Kershaw attribuisce alla Germania, uscita a pezzi dal secondo conflitto, un posto centrale. Sulla rivisitazione storica di questo Paese, Kershaw si conferma particolarmente efficace, essendo uno specialista riconosciuto, essendo uno dei più accreditati storici del nazismo. Cosicché  narra di Una Germania centrale  nella ripresa economica postbellica, centrale nella Guerra Fredda, centrale nella fine della Guerra Fredda, centrale nell'ampliamento dell'integrazione europea, centrale nella creazione dell'euro, centrale nella crisi dell'Eurozona e infine centrale nei primi tuttora embrionali passi per riformare l'Unione Europea. La leadership tedesca nell'UE, assunta non senza riluttanza, si dispiega in asse con la Francia, meglio attrezzata sul piano della collocazione storica negli equilibri occidentali a trazione statunitense.    

In conclusione , possiamo rilevare come, dopo "All'inferno e ritorno",  l'affresco del noto storico inglese ricostruisce l'Europa in cui viviamo e le sue origini. Un libro che, come suggerisce la sinossi editoriale, ci fa scoprire cosa vuole dire essere 'europei'.

 

Antonio De Chiara per @europolitiche.it

 


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