Con la discussione sulle candidature si entra nel vivo della campagna elettorale per le europee.
Qualsiasi candidatura non riguarda esclusivamente i destini personali di qualche politico, ma è connessa con ciò che rappresenta, quali valori incarna, la stessa idea di politica e le proposte avanzate nei programmi di ciascun partito che camminano sulle gambe dei candidati prescelti.
La moralità e le competenze di un candidato dovrebbero essere un dato scontato in ogni paese che si vuole definire completamente democratico. Viceversa nei paesi di democrazia compiuta si analizzano i programmi delle forze politiche e le loro priorità tematiche attraverso la scelta di alcune personalità che li rappresentano. Candidati che ci mettono la faccia, la loro credibilità per garantire che quella lista si impegna realmente per portare avanti un tema qualificante, un obiettivo politico, una visione d'insieme. Una testimonianza, una assunzione di responsabilità in prima persona, una sorta di garanzia del tipo "se ci sono io, ci potete credere". Cio vale per qualsiasi competizione elettorale ma ancor di più nel caso delle elezioni europee, viste le peculiarità dei temi da affrontare.
Queste sono le elezioni più importanti per tutti coloro che hanno l'ambizione di provare a migliorare il mondo. Il Parlamento europeo è la casa della democrazia internazionale contemporanea, un luogo dove le decisioni prese hanno un impatto sempre maggiore nella vita di milioni di persone. Un contesto in cui non servono nomi altisonanti ma le migliori
competenze che si impegnano con passione a trattare giorno per giorno dei dossier spesso tecnici, ma sempre delicati, insieme ad altri eletti da vari paesi accomunati dalla stessa dedizione.
L’Europa oggi è la dimensione minima indispensabile per poter incidere nel mondo contemporaneo. Il livello giusto su cui costruire nuove forme di democrazia sovranazionale in cui ridare centralità alla volontà dei cittadini.
Questa è una tornata elettorale con un'alta posta in gioco, visto tutto ciò che sta succedendo nel mondo. Perciò le elezioni europee vanno trattate in modo serio. Ci sono invece molte forze politiche che le sottovalutano, o le trattano alla stregua di un grande sondaggio elettorale da far pesare in altri contesti spesso per fini di sotto potere. Ancora peggio si avanzano possibili candidature acchiappavoti, o che dovrebbero essere tali. Fino ad arrivare ad alcuni leaders che intendono candidarsi ma che non andrebbero a sedersi sugli scranni di Strasburgo se venissero eletti. Una vera truffa di fronte al cittadino europeo.
Intendiamoci, è molto importante che i numeri uno delle forze politiche si candidino anche in tutte le coscrizioni alle elezioni europee, perché danno prestigio e riconoscono la rilevanza che ha questa tornata elettorale. Cio porterebbe ad una semplificazione e polarizzazione del voto europeo con l'effetto di incrementare la partecipazione elettorale. Però qualsiasi candidato dovrebbe impegnarsi solennemente di dimettersi dall'incarico nazionale incompatibile e rispettare il mandato popolare per cui ha chiesto il voto. Nel concreto se componenti del governo incompatibili con il ruolo di parlamentare europeo si dovessero candidare solo per un presunto beneficio elettorale, lo stesso non può essere fatto da chi ha cuore il futuro dell'Europa, se vuole conservare la propria coerenza e sottolineare la propria diversità.
Addirittura un leader da Bruxelles potrebbe assumere una rilevanza politica ancora maggiore.
Alle polemiche provinciali nostrane si risponderebbe con proposte lanciate da Bruxelles che incidono sullo scacchiere internazionale. Di conseguenza una leader come Elly Schlein dovrebbe si candidarsi, ma allo stesso momento testimoniare la propria diversità e l'importanza attribuita all'idea stessa d'Europa annunciando che se venisse eletta rinuncerebbe allo status di deputata nazionale per ricoprire quella di parlamentare europeo.
Una mossa che le farebbe assumere una immediata rilevanza nella arena politica continentale svolgendo il proprio ruolo di leader della opposizione italiana da Bruxelles.
È da questi particolari che si giudica un leader, dando forza alla costruzione di una vera Europa politica. Una scelta innovativa del genere darebbe un senso di rottura con il passato e nuove motivazioni all'elettorato. Spesso sono le scelte personali a lasciare il segno politico e per la segretaria del PD si coglierebbe in pieno l'occasione di dimostrare con i fatti la novità del proprio messaggio a partire dal porre la scelta europea come prioritaria nella scala di valori anche personali. Una scelta personale seria e coraggiosa, antitetica a quella di altri e che risulterebbe immediatamente evidente al elettorato che facilmente potrebbe premiarla per la sua chiarezza e coerenza politica.
Paolo Acunzo (°)
Federalista Europeo per @europolitiche.it
(°) Nato a Roma, dopo la laurea in Scienze politiche ha conseguito il titolo di Esperto in diritto, economia e politiche dell’Unione europea. Ha lavorato diversi anni a Bruxelles presso il Parlamento e la Commissione europea. è stato European Affairs Adviser per diverse organizzazioni. Oggi rappresenta l’Italia in alcuni comitati tecnici nel campo della Ricerca & innovazione e tiene le relazioni con istituzioni, agenzie e industrie europee. è stato Vice Presidente nazionale del Movimento Federalista Europeo. Attualmente è membro della Direzione nazionale del PD.