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Il Consiglio europeo di fine ottobre

28-10-2023 08:23

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Il Consiglio europeo di fine ottobre

Richiesta una pausa umanitaria a Gaza

Il Consiglio europeo del 26 e 27 ottobre si è svolto a Bruxelles all’insegna della necessità di adottare posizioni comuni su una seconda emergenza di guerra, il conflitto dal 7 ottobre tra Israele e i palestinesi di Hamas, che si somma all’aggressione bellica della Russia ai danni dell’Ucraina, in atto da ben venti mesi. Ebbene, dopo cinque ore di discussione, giovedì sera, 26 ottobre, i leader degli Stati membri dell'Unione europea sono riusciti ad adottare una posizione comune sulla situazione in Israele e a Gaza. I ventisette hanno concordato di chiedere 'pause per rispondere ai bisogni umanitari' per autorizzare gli aiuti a Gaza, nonostante i tentativi dell'ultimo minuto della Spagna di spingere per un linguaggio che sembrava più vicino a un cessate il fuoco più duraturo.

 

Dalla querelle semantica alla richiesta di una 'pausa umanitaria' a Gaza.

La discussione al primo giorno del Consiglio europeo si è rivelata complessa a causa di una “querelle semantica”, considerando che la Germania si era espressa per “finestre” umanitarie, la Francia per una “tregua” e l'Alto Rappresentante dell'UE per gli Affari Esteri, Josep Borrell, ha chiesto una “pausa”. In un quadro generale in cui l'ONU si era espressa a favore di un “cessate il fuoco”.

La formulazione adottata è stata al plurale: 'pausa umanitaria', il cui carattere ripetitivo ha inteso non aprire fronti con Israele contro un gruppo, Hamas, riconosciuto terrorista dall'UE. Una formula che è potuta sembrare insufficiente, ma per un’istituzione che rappresenta 27 paesi con opinioni fondamentalmente opposte sul conflitto israelo-palestinese, è risultata un compromesso di non poco conto.

Il testo delle conclusioni ha sottolineato inoltre la necessità di 'garantire che questi aiuti non vengano dirottati da organizzazioni terroristiche e indica che l'UE sostiene la necessità di una conferenza di pace 'presto'. I Ventisette hanno inoltre sottolineato la necessità di lottare contro la diffusione della disinformazione e hanno richiamato a strategie responsabili le piattaforme digitali.

 

Da un fronte all'altro

Oltre alla guerra tra Israele e Hamas, i leader europei, temendo di mandare il messaggio che la guerra in Ucraina non è più la loro priorità, hanno voluto riaffermare il loro sostegno a Kiev. “L’Europa sta dalla parte dell’Ucraina”, ha dichiarato il cancelliere tedesco Olaf Scholz a margine del vertice.

Due voci tra i ventisette sono apparse meno allineate. Poco prima del Consiglio europeo e il giorno dopo la sua nomina a capo di un governo di coalizione formato con un partito di estrema destra filo-russo, il nuovo primo ministro slovacco, Robert Fico, ha annunciato giovedì la cessazione delle consegne di armi all’Ucraina, limitando sostegno slovacco agli “aiuti umanitari e civili. Sarà interessante seguire come gli europei affronteranno questa nuova difficoltà Quanto all’ungherese Viktor Orbán, si è addirittura detto ‘orgoglioso’ di aver stretto la mano, il 17 ottobre, in Cina, a Vladimir Putin.

“Verso l’Ucraina che soffre ogni giorno sotto gli attacchi russi, è un vero disonore", ha replicato il primo ministro lussemburghese Xavier Bettel in un commento citato da Le Monde. 

 

Il secondo giorno

Venerdì 27 ottobre, secondo e ultimo giorno del Consiglio europeo, i temi all'ordine del giorno sono stati la migrazione, la competitività economica dell’Ue e, infine, un vertice sulla zona euro.

I leader Ue si sono detti d'accordo sul fatto che nuovi fondi debbano esser investiti sul dossier migratorio. Entra nelle conclusioni del Consiglio la lettera inviata dalla presidente von der Leyen sulle migrazioni che propone una strategia di rinnovata attenzione per l’emergenza in tutta l’Unione.

L’mportanza di continuare con la disinflazione

Nelle conclusioni del Consiglio sulla parte economica si legge: "Chiediamo di proseguire gli sforzi verso il completamento dell'Unione bancaria in linea con la dichiarazione dell'Eurogruppo del 16 giugno 2022". E si aggiunge nel testo: "L'Unione bancaria ha rafforzato in modo significativo la resilienza del sistema bancario dell'Ue, il settore bancario dell'Ue è resiliente, con solide posizioni di capitale e liquidità e chiediamo di proseguire gli sforzi verso il completamento dell'Unione bancaria in linea con la dichiarazione dell'Eurogruppo del 16 giugno 2022"..

"L'inflazione resta una delle principali preoccupazioni ed è essenziale che il processo di disinflazione continui", affermano i leader. "Le nostre economie hanno mostrato una notevole resilienza di fronte a numerosi shock economici e continuano a crescere, anche se con uno slancio ridotto", reca il testo, sottolineando la volontà di restare "uniti" nella "ferma determinazione ad aumentare la resilienza e la competitività" economica. è’ apparsa chiara l’allusione all'importanza del trattato del Mes, se ne discute principalmente a livello di ministri delle Finanze.

 

Rinnovato impegno ad una revisione della governance economica.

 

Nelle conclusioni del vertice a Bruxelles si legge anche che il Consiglio si impegna “a portare avanti il lavoro per la revisione della governance economica in vista di una conclusione del lavoro legislativo nel 2023".

Ma è difficile che una proposta sulla riforma del Patto arrivi già all'Ecofin del 9 novembre, indica la presidenza spagnola al termine della riunione a Lussemburgo. Una fonte ha detto che "nulla è impossibile, ma la tempistica sarebbe ambiziosa", dice una persona a conoscenza della trattativa. Un nuovo testo non è sul tavolo e anche ci fosse servirebbe tempo agli Stati per analizzarlo e discuterlo. "Gli spagnoli non stanno presentando la proposta per provare a trovare un accordo", dice una fonte diplomatica. "La tempistica indicata dalla presidenza spagnola non è realistica", afferma un'altra fonte diplomatica.

"Il quadro fiscale dell'Ue deve promuovere sia la sostenibilità del debito che gli investimenti necessari per la competitività e la resilienza: un accordo sulla futura attuazione del Patto di stabilità e crescita prima della fine dell'anno rappresenterebbe un importante segnale di unità", ha affermato la presidente della Bce Christine Lagarde nel corso del proprio intervento a Bruxelles e ha significativamente aggiunto che i rischi geopolitici offuscano le prospettive economiche: la crescita nell'Eurozona resterà anemica fino alla fine dell'anno, ma si rafforzerà nel 2024, Sulla politica monetaria Lagarde ha insistito sulla linea adottata nelle ultime settimane in base alla quale i tassi di interesse continueranno a essere fissati a livelli sufficientemente restrittivi per tutto il tempo necessario a garantire un tempestivo ritorno al tasso di inflazione target del 2%, confermando che il fenomeno nell'eurozona hanno una tendenza al ribasso..

 

desk @europolitiche.it

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