EN - Since April 2023, Marco Buti holds the Padoa Schioppa chair at the Robert Schuman Centre. Before joining the EUI, Buti was Chief of Staff of the Commissioner for the economy, Paolo Gentiloni. Between 2008 and 2019, he was Director-General for Economic and Financial Affairs at the European Commission.
A graduate of the universities of Florence and Oxford, he has published several books over the last two decades as well as many scholarly articles and policy papers on Economic and Monetary Union, the political economy of European integration, fiscal policies and policy mix, unemployment and welfare state reforms, the EU budget, and global economic governance.
IT - Marco Buti è titolare della cattedra Padoa Schioppa presso il Centro Robert Schuman dell'IUE. Già capo di gabinetto del commissario all'Economia Gentiloni. Tra il 2008 e il 2019 è stato Direttore generale per gli Affari economici e finanziari della Commissione europea. Laureato alle Università di Firenze e Oxford, negli ultimi vent’anni ha pubblicato numerosi libri, articoli accademici e documenti politici sull’Unione economica e monetaria, l’economia politica dell’integrazione europea, le politiche fiscali e il policy mix, la disoccupazione e l’economia. riforme dello stato sociale, bilancio dell’UE e governance economica globale.
E' un grande onore ospitare il 31 maggio il professor Buti nella rassegna con gli autori organizzata da Europolitiche alla residenza culturale Itaca di Firenze in collaborazione con I Libri di Mompracem. L'occasione è la presentazione del suo ultimo libro "Europa Evitare il declino" scritto a quattro mani con il professor Marcello Messori, al quale lo lega un sodalizio pubblicistico di sicuro impatto nel dibattito sui destini dell'Ue, non solo in campo macroeconomico.
L'appuntamento è a Firenze al civico 22 di Via San Domenico alle ore 18.30 con gli onori di casa di Paolo Ciampi, intellettuale molto vicino alle iniziative in presenza del nostro portale crossmediale. Dialogherà con il professor Buti, il direttore di Europolitiche Antonio De Chiara che è anche uno dei due estensori della nota che state leggendo.
Si tratta di una pubblicazione importante che segue il libro di successo “Jean Monnet aveva ragione” ed è sulla scia della vasta eco suscitata dal Manifesto "LUnione europea al tempo della nuova “guerra fredda” diffuso il 4 ottobre 2023 e attorno al quale Buti e Messori hanno riunito un nutrito gruppo di esperti e già noti responsabili delle politiche europee, di eminenti personalità e di accademici di punta, per presentare la loro posizione rispetto alle sfide che l’Unione europea sta affrontando, con indicazioni di soluzioni ambiziose da perseguire nei prossimi anni.
La lettura delle duecento pagine dei professori Buti e Messori, ha fatto convergere la redazione su un'analisi dell'impianto narrativo generale del libro che individua due profili in risalto sugli altri, via via che si scopre il valore di questo contributo al dibattito in corso. Il primo profilo è la densità di contenuti e di quadro d'insieme di alta teoria economica che connota decine e decine di pagine mentre il secondo è ascrivibile alla lucidità dei due autori nel costruire un'agenda pragmatica fuori dal comune e molto dettagliata per le sfide dell'Ue.
L'indicazione di procedere al rafforzamento della capacità fiscale centrale puntando su Beni pubblici, non solo finanziati ma anche prodotti a livello Ue, è il perno sul quale ruotano almeno cinque dei sette capitoli proposti. Sulla capacità fiscale centrale dell'Ue i due economisti insistono negli scritti più recenti, risultando anche l'architrave del noto Manifesto del 2023. Ma questo volume ha nello sviluppo suggerito di questo rafforzamento, una grande novità: secondo Buti e Messori i Beni pubblici europei dovranno diventare lo strumento per definire la politica industriale dell'Unione (con la difesa come uno dei caposaldi), per innescare investimenti innovativi anche privati e per cambiare il modello produttivo europeo.
Siamo di fronte ad un glossario, come lo chiamano gli autori, sul quale far formare sia gli studiosi che i policy makers, evidentemente più giovani degli estensori perché il testo ha qualità da magistero macroeconomico. E' chiaro che il medio raggio è l'orizzonte del contributo, come solo due colti conoscitori di Keynes potevano impostare. Ed è tale la ricchezza di temi e spunti offerti dal volume che rimandiamo ad una recensione più lunga ed esaustiva riguardo le evidenze e le proposte che spuntano, leggendolo, come inarrestabili sorgenti di conoscenza economica al servizio del futuro e del benessere di Noi europei.
Giusy Rossi @europolitiche.it
Antonio De Chiara @europolitiche.it