E' uscito a Marzo scorso con i Libri di Mompracem (Betti Editore) il libro "Casa Erasmus. Diario dalle città d'Europa", di Giusy Rossi, cultural planner del Comune di Firenze, esperta indipendente della Commissione Europea in campo culturale e recentemente nominata anche Ambasciatrice Erasmus per l'educazione agli adulti dall'Agenzia Nazionale Erasmus plus Indire.
Il libro è un agevole diario di viaggio che traccia le caratteristiche della Generazione Erasmus a partire dalle vicende personali e dagli aneddoti dell'autrice che vive a Firenze in un appartamento condiviso e svolge delle consulenze per la Commissione Europea.
Cosa vuole dire essere cittadini europei oggi? Quali orizzonti di pace abbiamo davanti a noi? Cosa possono avere in comune Parigi, Ventotene, Firenze, Brema o Bruxelles? A questi ed altri interrogativi di grande attualità cerca di rispondere questo "diario europeo", a partire dagli appunti di viaggio dell'autrice. Le città d'Europa diventano luoghi del cuore grazie all'esperienza di studio e di lavoro, l'appartamento condiviso con gli studenti è l'occasione per creare nuove amicizie internazionali. Un racconto intimo che mette in evidenza il percorso di formazione della Generazione Erasmus, il senso di appartenenza e l'identità culturale europea, a partire dai gesti quotidiani più semplici. Ci si può scoprire cittadini del mondo ballando il flamenco a Siviglia o il valzer a Vienna, mentre si prende un caffè a Parigi sulle tracce di Albert Camus oppure andando a riscoprire le memorie di Altiero Spinelli sull'Isola di Ventotene. Un invito al viaggio e alla scoperta della propria Europa. Parole di speranza per guardare al domani con fiducia e con coraggio.
Quello che colpisce del testo è il messaggio di fratellanza universale che comunica, basato sulla semplicità dei gesti quotidiani di una convivenza internazionale svoltasi durante gli anni della gioventù in un appartamento a Firenze. Numerose sono le tappe di viaggio descritte in questo taccuino: dall'amata Francia all'austera Germania, dalla fredda Finlandia all'accogliente Malta, dalla Grecia, patria dell'antica Europa, al Belgio, capitale economica dell'Unione. Quello che emerge è però un itinerario interiore, perché a ogni città corrisponde un legame di amicizia. Non si tratta di una geografia politica ma affettiva. E' forse un po' questo il senso più autentico del libro e del racconto della Generazione Erasmus, composta ormai da oltre 12 milioni di giovani che hanno svolto itinerari di apprendimento internazionale all'estero. Una Generazione che troppo spesso rimane sottorappresentata e sottaciuta nella narrazione corrente dell'Europa contemporanea, così pervasa dalle preoccupazioni economiche e adesso anche dal conflitto in Ucraina.
Viene fuori che l'Europa sognata da Altiero Spinelli a Ventotene ancora non si è realizzata, ma allo stesso tempo che i sogni dei padri fondatori sono gli stessi dei figli costituenti, un'aspirazione cosmopolita che si basa sui diritti umani e sul rispetto dello stato di diritto. Una vocazione alla pace che si fa gesto concreto di gemellaggio tra città, capaci di trovare soluzioni e pratiche innovative in modo più avanzato della diplomazia ufficiale degli stati.
Il libro è pervaso da simpatici aneddoti di vita vissuta, ma spicca tra questi anche il racconto molto toccante di un viaggio nei Balcani sui luoghi della memoria della guerra degli anni '90. Una lettura che di questi tempi si fa antidoto verso il populismo e la sfiducia nei confronti delle istituzioni perché ci svela, nel capitolo dedicato a Bruxelles, come attraverso un percorso di apprendimento lungo venti anni di progetti internazionali per lo sviluppo delle politiche giovanili, la protagonista sia giunta al culmine della sua carriera nel ruolo di consulente per la Commissione Europea. Come a dire che non c'è più divario tra i principi enunciati dalla politica, nel senso più alto del termine, e la pratica del lavoro esperita quotidianamente, tra le Istituzioni Europee e i progetti da esse attuati. La distanza si annulla per via dell'esperienza diretta, la burocrazia parla le lingue della comprensione che viene dalla conoscenza interna dei processi decisionali delle istituzioni e si fa dialogo con il mondo del terzo settore e dell'attivismo giovanile. Una lettura che rincuora, particolarmente adatta a un pubblico giovanile e a chi desidera partire per l'Erasmus. Chi invece questa esperienza l'ha già fatta non potrà che riconoscersi in un racconto che è generazionale. E anche i genitori che hanno i figli lontani potranno capire qualcosa di più della realtà dei loro figli all'estero e di come ci si possa sentire a casa in Europa anche in un paese diverso da quello in cui si è nati.
Antonio De Chiara@europolitiche,it