Le elezioni presidenziali in Francia segnano un passaggio di capitale importanza per gli equilibri nell'Unione europea. Adriana Valenti Sabouret ha seguito per Noi, direttamente da Parigi, il primo turno con un commento a urne appena chiuse.
Nessuna sorpresa al primo turno delle elezioni presidenziali francesi
Il primo turno delle elezioni presidenziali 2022 vede in testa il presidente uscente, Emmanuel Macron con più di 28,6% dei voti, seguito dalla candidata del Rassemblement national Marine Le Pen, con il 24,4% dei voti, secondo le prime stime pubblicate dagli istituti di sondaggio comunicate ai francesi alle ore 20,00.
Il candidato dell’Union populaire Jean-Luc Mélenchon ottiene il 20,02% dei suffragi, dinanzi a Eric Zemmour (7%), Valérie Pécresse (5%), Yannick Jadot (4%), Jean Lassalle (3%), Fabien Roussel (3%), Anne Hidalgo (2%), Nicolas Dupon-Aignan (2%), Philippe Poutou (1%), Nathalie Arthaud (0,6%).
Durante le elezioni del 2017, il candidato di En marche aveva realizzato un punteggio del 24,01%, Marine Le Pen aveva ottenuto il 21,30% dei voti, Jean-Luc Mélenchon si era posizionato dietro François Fillon con il 19,58% dei suffragi, classificandosi al quarto posto.
Il primo turno delle elezioni francesi è solitamente caratterizzato da un tasso di astensione elevato. Quest’anno, tuttavia, la partecipazione (65%) è ben superiore a quella del 2002, anno in cui scese al 58,45%, ma inferiore di 4,4 punti rispetto al 2017 (69,42%) e di 5,5 punti rispetto a quella del 2012 (70,59%).
Secondo il sondaggio Elabe, fra i Francesi intenzionati a votare, solo il 76% si dicevano sicuri della propria scelta mentre il 24% degli interrogati dichiaravano di poter cambiare candidato dal periodo del silenzio elettorale alle elezioni. In pratica, si tratterebbe di otto milioni di indecisi.
Anne Hidalgo, sindaca di Parigi e candidata del PS, si è espressa per prima dicendo che continuerà a impiegare tutte le sue energie di donna politica e di cittadina per una Francia più bella e più giusta.
Anne Hidalgo ha invitato a votare per Emmanuel Macron al secondo turno delle elezioni presidenziali. « I risultati e l’astenzione denunciano una Francia fratturata e un’estrema destra alle porte del potere », ha spiegato la sindaca di Parigi,
Bruno Le Maire, ministro dell’economia, considera il risultato di oggi positivo. « Due visioni diverse della società francese si fronteggiano per cui il secondo turno si presenta una sfida appassionante. » Le Maire ringrazia i votanti e li invita a mobilitarsi per il presidente Macron.
Louis Aliot, sindaco RN di Perpignan crede in Marine Le Pen e spera in una bella sorpresa.
Adrien Quatennens, deputato di La France insoumise du Nord, parla dell’esistenza di tre blocchi in Francia. « Emmanuel Macron deve tener conto di non avere la maggioranza per l’applicazione del suo programma. Nessun voto dovrà andare all’estrema destra » ha affermato.
Eric Ciotti, deputato LR e sostegno di Valérie Pécresse, non invita a votare Emmanuel Macron. Ha espresso grande delusione per il punteggio di Madame Pécresse. « La sconfitta è brutale, è uno schiaffo, una sconfitta storica per la destra repubblicana che ha fondato la V repubblica e scritto delle belle pagine della Francia. Ne trarremo le conseguenze, tutte le lezioni. Ma la destra c’è sempre. Il Paese non è mai stato così a destra. La campagna non è stata compresa né sul fondo, né sulla forma. »
« Tre quarti dei francesi hanno emesso un voto di contestazione contro la politica di Macron. Non darò consegne per il voto. I Francesi sono liberi. Personalmente, non voterò Emmanuel Macron. Se abbiamo questo caos e tutte queste contestazioni, è perchè Macron ha fallito. Non mi riconosco né nella sua politica, né nel suo bilancio. »
Anche Valérie Pécresse, la candidata dei Repubblicani, si è espressa dopo un risultato storicamente basso.
« Questo risultato è una delusione personale e collettiva. Assumo responsabilmente tutta la mia parte in tale sconfitta. Stasera, sono profondamente inquieta per l’avvenire del nostro Paese mentre l’estrema destra è al potere. Ne potremmo pagare tutti il prezzo. Il progetto di Marine Le Pen condurrebbe all’impotenza, al fallimento e alla scomparsa della Francia dalla scena internazionale. Malgrado le mie profonde divergenze da Emmanuel Macron, voterò in coscienza per lui al fine d’impedire l’arrivo di Marine Le Pen e il caos che ne conseguirebbe.
Volevo convincervi che il coraggio di condurre una vera politica di destra era la soluzione. Ho dovuto battagliare su due fronti : quello del presidente uscente e l’altro delle estreme. Non sono riuscita a convincervi. Il riflesso del voto utile ha funzionato in pieno. (…) Il secondo turno opporrà quindi di nuovo Emmanuel Macron e Marine Le Pen. Stasera, sono profondamente preoccupata : l’estrema destra non è mai stata così vicina dal vincere. (…) Ho costruito il mio impegno politico contro le estreme, di destra come di sinistra. »
Jannick Jadot (EELV) chiama i suoi elettori a votare Emmanuel Macron.
« Voglio dire ai militanti la mia fierezza, perchè ne sono intimamente convinto : abbiamo portato con forza e determinazione un progetto che fa fronte alle grandi sfide del clima, alle sfide vitali per il nostro Paese. L’abbiamo fatto senza mai cedere al cinismo e all’odio. Ne trarremo tutte le lezioni. Ed è per questo che bisognerà guardare la situazione in faccia e agire durante le prossime elezioni legislative. Bisognerà vedere l’urgenza vitale per il clima e la biodiversità, le minacce contro la democrazia, uscire da una società frammentata, ascoltare la voce e rispondere a quelle e quelli che reclamano maggiore uguaglianza. L’ecologia ha bisogno da stasera del vostro sostegno finanziario.
Non tralascerò nulla. Lo stato del Paese lo impone. L’ecologia è la Repubblica. Chiamo le elettrici di EELV a bloccare l’estrema destra votando Emmanuel Macron. (…) La lotta per il clima continua per la nostra sopravvivenza come esseri umani e per il nostro Paese ferito che tanto amiamo. »
Sandrine Rousseau, finalista della primaria ambientalista.
« Penso che oggi la palla sia nel campo di Emmanuel Macron. Ha fatto di tutto per costruire questo duello. Tocca a lui andare a cercare gli elettori e le elettrici che ha sapientemente umiliato durante il suo mandato. (…) Adesso mi rivolgo a Emmanuel Macron : scenda dal suo piedistallo (…) dovrà cercare gli elettori di sinistra e gli ambientalisti uno ad uno. »
Il duello Macron-Le Pen che i francesi scongiuravano avrà luogo. Secondo i primi sondaggi realizzati, Emmanuel Macron dovrebbe uscirne vittorioso con un punteggio compreso fra il 54% e il 51% contro il 46% - 49% per Marine Le Pen.
Il gap fra i due candidati sarebbe dunque ancora più esiguo rispetto a quello del 2017 in cui Macron si era imposto con il 66,1% dei voti contro il 33,9% dei voti.
Secondo l’Ifop, il 35% dei voti di Valérie Pécresse si riverserebbe su Macron e lo stesso per Marine Le Pen. Il rimanente 30% opterebbe per un voto bianco, nullo o per l’astensione.
Secondo OpinionWay, invece, il 43% degli elettori LR sosterranno Macron, contro il 27% di elettori che voteranno Le Pen.
Il 33% degli elettori di Mélenchon voterebbero per Macron, il 23% per Le Pen e il 44% voto bianco, nullo o astensione, secondo l’Ifop
Per OpinionWay si tratterebbe del 27% per il presidente uscente e del 21% per Marine Le Pen.
I tre quarti degli elettori di Eric Zemmour affermano di voler votare per la candidata del RN e soltanto il 4% per Emmanuel Macron, secondo l’Ifop.
Un militante di Eric Zemmour si conforta : « Dopotutto, siamo al quarto posto su dodici ». I più giovani avanzano la tesi dei brogli : « Ero al Trocadéro, era pazzesco. Non voglio credere che siamo solo l’8% ».
Quanto a Macron, il presidente uscente chiama i francesi a fondare un grande movimento politico di unità.
« La vostra fiducia mi onora, mi obbliga e m’impegna. Potete contare su di me per applicare questo progetto di progresso, di apertura e d’indipendenza della Francia che abbiamo difeso durante questa campagna. (…) Conto su di voi » lancia ai suoi militanti prima di offrirsi, sorridente, un bagno di folla nel suo quartier generale dove risuona la musica. Poi rincara : « Non ci sbagliamo, niente è ancora concluso. Il dibattito che avremo nei quindici giorni a venire sarà decisivo per il nostro Paese e per l’Europa. (…) Voglio una Francia che lotta risolutamente contro il separatismo islamista, ma non una Francia che impedisce ai musulmani e gli ebrei di mangiare secondo i precetti della loro religione. Voglio una Francia che si iscriva in un’Europa forte, non una Francia che uscita dall’Europa non avrebbe come alleati che l’internazionale dei populisti e degli xenofobi.»
Una folla compatta si stringe attorno all’inquilino dell’Élysée : sono baci, abbracci e strette di mano.
Parigi, 10 Aprile 2022
Adriana Valenti Sabouret @europolitiche