La Plenaria dell'Eurocamera celebra oggi i suoi 70 anni. La prima seduta dell'Assemblea parlamentare della Ceca (Comunità europea del carbone e dell'acciaio) si tenne infatti nel 1952 ed era composta da 78 membri nominati all'interno dei parlamenti nazionali dai sei Stati membri. Nel 1958, in seguito alla creazione della Comunità economica europea e della Comunità europea dell'energia atomica, l'Assemblea comune della CECA fu ampliata e ribattezzata "Assemblea parlamentare europea". Nel 1962 ha adottato il nome di "Parlamento europeo".
La celebrazione è aperta dalla presidente del Parlamento Ue Roberta Metsola. Dopo la proiezione di un breve video (dal titolo '70 anni di democrazia europea in azione') alla Plenaria sono intervenuti il premier belga Alexander De Croo, il primo ministro lussemburghese Xavier Bettel e la premier francese Elisabeth Borne. Subito dopo è toccato ai presidenti dei gruppi dell'Eurocamera prendere la parola.
Gli interventi in aula
Secondo la presdiente Metsola "Il Parlamento europeo è diventato l'unico parlamento transnazionale eletto direttamente, multilingue e multipartitico al mondo. I suoi 705 membri eletti direttamente sono l'espressione dell'opinione pubblica europea (...). Oggi più che mai, quest'Assemblea si batte per sostenere la voce democratica dei cittadini e i valori democratici europei".
Al discorso della Presidente Metsola sono seguiti gli interventi dei Primi ministri dei tre Paesi che ospitano la sede del Parlamento.
Il Primo ministro belga Alexander de Croo ha affermato che "l'attuale progetto politico europeo è guidato principalmente da cittadini visionari, i popoli d'Europa" che chiedono una risposta UE alle crisi quali la migrazione, la COVID-19 e l'energia. Il Parlamento europeo è "uno dei più potenti legislatori del mondo. Oggi, gli europei possono essere orgogliosi della strada percorsa insieme (...) Questo Parlamento rappresenta la catarsi di una lunga storia di violenza tra i paesi europei, rappresenta il meglio di noi europei".
ll Primo ministro del Lussemburgo Xavier Bettel ha dichiarato: "Sette anni dopo la seconda guerra mondiale, si è deciso di creare qualcosa insieme. A quei tempi, le persone non avevano il diritto di vivere se erano diverse. Oggi, viviamo in un territorio dove i cittadini sono liberi".
La Prima ministra francese Élisabeth Borne ha sottolineato l'impegno della Francia per un futuro europeo comune: "Strasburgo è l'idea dell'Europa, un'Europa che ha il suo passato ma anche il suo futuro comune (...) E non dobbiamo perdere di vista cos'è l'Europa, da dove viene e dove sta andando".
Borne non ha quindi mancato di rimarcare l'importanza simbolica di Strasburgo come uno dei suoi luoghi di lavoro ufficiali.
Dopo i primi ministri, sono intervenuti gran parte dei leader dei sette gruppi politici hanno sottolineato le sfide che l'Europa deve affrontare, affermando che sarebbe utile riscoprire oggi lo spirito del 1952 che ha portato alla creazione di questa istituzione. Gli interventi hanno inoltre sottolineato sia la necessità di rafforzare un quadro delle libertà democratiche nei Paesi europei che la necessità di conferire al Parlamento europeo pieni diritti legislativi.
Non sono mancati interventi critici e antieuropei, considerati dalla stessa Presidente Metsola indice di pluralismo, diversità e democrazia nel Parlamento europeo.
L'Inno alla gioia di Beethoven ha scandito la conclusione della cerimonia.