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Crossmediale in lingua italiana sulle politiche delle istituzioni europee e dei governi dei paesi dell’Unione Europea

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Orban meets Putin for ‘peace mission’, angering the EU, worrying Ukraine

10-07-2024 07:07

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Orban meets Putin for ‘peace mission’, angering the EU, worrying Ukraine

L'UE si smarca da Orban, in visita a Mosca e Pechino. Michel: non ha mandato dal Consiglio UE a negoziare con l'aggressore russo dell'Ucraina.

EN - Hungarian Prime Minister Viktor Orban held talks on a potential Ukrainian peace deal with Russian President Vladimir Putin on Friday 5 july, angering some European Union leaders who warned against appeasing Moscow and said he did not speak for the EU.

Orban’s trip drew strong rebukes from fellow EU leaders and Ukraine said it had not been consulted beforehand.

Orban has also formed the “Patriots for Europe” alliance with other right-wing nationalists.

 

IT - Le “missioni” di Vicktor Orban a Mosca e Pechino e alcune sue dichiarazioni a margine degli incontri con Putin e Xi Jimping, hanno prodotto irritate reazioni a Bruxelles. In veste di neo presidente di turno, da luglio a dicembre del 2024, del Consiglio dell'Unione europea, ma anche di 'amico' del Cremlino, il premier ungherese ha cercato di ritagliarsi un ruolo di facilitatore nella fine del conflitto. Nella sua visita a Kiev, Orban è stato peraltro accolto freddamente dal presidente ucraino Zelensky. 

Nei giorni scorsi, il presidente del Consiglio europeo Michel non ha esitato a dichiarare: “La nostra posizione è chiara, la Russia è l'aggressore”. In aggiunta, una ventina di Stati membri dell'Ue intendono affrontare mercoledi 10 luglio al Coreper l'Ungheria, accusandola di slealtà.  

Viene obiettato ad Orban di non aver avuto mandato da parte del Consiglio europeo di operare , nei sei mesi di presidenza ungherese dell'UE, per negoziati di pace, peraltro remoti, con la Russia la cui invasione in territorio ucraino è avversata dall'Unione con ingente supporto economico, e financo invio di armi e aiuti logistici, a Kiev deciso nei vari Consigli succedutisi e coordinato con la Nato. 
I venti paesi vogliono così inviare un messaggio "chiaro" riguardo alla deliberata confusione generata da Orban tra l'operare come leader di un singolo Paese e a nome della presidenza.

In seguito alle inevitabili critiche e reazioni nell'Unione europea, il leader ungherese, in una lettera inviata nei giorni scorsi a Charles Michel, ha riferito dell'esito dei colloqui avuti a Mosca con Putin.

Orban ha spiegato di non aver avanzato "alcuna proposta" e di non aver espresso "alcuna opinione a nome del Consiglio europeo o dell'Unione europea" durante i suoi colloqui con Putin. "Le varie dichiarazioni e osservazioni critiche che sono state fatte nei giorni scorsi e che suggeriscono il contrario - aggiunge - sono infondate". 

La precisazione di Orban è apparsa funzionale a difendersi in vista delle accuse che gli verranno mosse al Coreper o in altre sedi deputate dell'UE. 

Orban ha fatto parlare di se in questi giorni anche per aver promosso un nuovo gruppo nel Parlamento europeo denominato “i Patrioti” che ha raccolto  l'adesione di un numero di deputati -  dal Rassemblent National francese, alla Lega italiana, a Vox dalla Spagna - in grado di assicurare alla nuova compagine il terzo posto tra i gruppi politici europei. 

Ursula von der Leyen, ha subito escluso di voler dialogare con “I Patrioti”, alla luce della dichiarata ostilità della neo aggregazione alla sua riconferma alla guida della Commissione europea e della scarsa intransigenza che, secondo von der Leyen, hanno i partiti aderenti nei confronti della Russia in guerra con l'Ucraina. 

Il profilo basso scelto dall'ECR, il Partito dei conservatori e dei Riformisti Europei, riguardo le defezioni al suo interno dei deputati di Vox a vantaggio de “i Patrioti”, è un segnale di prudenza e realismo politico in questa fase di riassetto dei gruppi nella destra dell'emiciclo parlamentare. Si fa strada l'ipotesi che l'ECR stia cercando di non interrompere il dialogo informale con von der Leyen, forte del sostegno di Popolari, Socialisti e Renew, in vista del voto parlamentare, peraltro a scrutinio segreto, che dovrebbe sancire o meno la sua riconferma.

 

staff @europolitiche.it


 


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