nell'ultima settimana di settembre, le diplomazie europee sono al lavoro sulla cruciale questione del prezzo di acquisto del gas dei Paesi membri. Crocevia delle trattatvie, la Commissione europea.
Si è registrata la novità della lettera ufficiale indirizzata all'esecutivo Ue di 15 stati finora, compresa Italia, Francia, Spagna e Polonia, che hanno chiesto il Price Cap generalizzato e che non sembrano intenzionati a desistere davanti alle manovre temporeggiatrici della Commissione. Con la reticenza all'ipotesi di fissare un tetto al prezzo del gas generalizzato per tutte le forniture, la Commissione rischia dunque di entrare in rotta di collisione con la maggioranza degli Stati membri.
Le proposte dell'esecutivo Ue in campo
La Commisisone guidata da Von der Leyen ha presentato un documento informale ("non paper") che ipotizza una base negoziale limitata al price cap delle forniture di gas russo. Le forniture di Mosca ai Paesi Ue sono diventate residuali nell'approvvigionamento dell'Ue, rappresentando oggi il 9% delle importazioni rispetto al 40% dell'anno scorso.
In più, la Commissione ha annunciato altre due proposte. La prima è quella di elaborare e lanciare un nuovo indicatore del mercato del gas, che verrebbe affiancato al Ttf di Amsterdam, e sarebbe dedicato specificamente al Gnl (gas naturale liquefatto) con lo scopo di slegare quest’ultima fornitura dai rincari del gas dovuti alle manipolazioni di Gazprom.
La seconda proposta, completamente nuova, è quella di imporre un tetto al prezzo del gas usato per generare elettricità. In sostanza questo sistema comporterebbe un prezzo amministrato ma ottenuto attraverso un intervento pubblico che peserebbe sui bilanci degli Stati membri. In pratica sarebbe il sistema elettrico nazionale di ogni paese a farsi carico di pagare la differenza fra il prezzo di mercato del gas e quello imposto con il "price cap".
Lo scuso eneregetico della Germania e l'unità europea da ricercare.
Il Governo di Berlino ha intanto annuciato l'adozione di uno scudo da 200miliardi di eruo contro gli aumenti energetici.
La reazione del Governo italiano, agli ultimi giorni di esercizio con Mario Draghi premier non si è fatta attendere, a fronte di un più diplomatico silenzio francese. "Non possiamo dividerci a seconda dello spazio nei nostri bilanci nazionali, serve solidarietà", ha avvertito il premier Mario Draghi.
Da qui al vertice dei leader a Praga e quindi al Consiglio europeo di fine ottobre a Bruxelles, la strada per l'unità europea sarà quindi tutta ancora da percorrere.