In Germania Il cancelliere Scholz, insediatosi l'8 dicembre 2021, si è ritrovato con l'invasione russa dell'Ucraina e quindi a soli poco più di tre mesi dalla sua piena operatività, a dover ricercare di canali di approvvigionamento energetico in grado di affrancare la Germania dalla dipendenza del gas russo dopo lo stop alle consegne di questa fonte di approviggionamento attaverso il gasdotto Nord Stream 2.
Una compagine di governo ben consapevole di dover guidare uno dei grandi Paesi fondatori dell'Unione europea, stretto tra due difficoltà derivanti sia dalla macro-dipendenza da Mosca sul fronte delle forniture che dalla necessità del blocco del contestato gasdotto Nord Stream 2.
A Berlino i responsabili di governo stanno affrontando a viso aperto il pericolo di un prossimo inverno all'insegna della paralisi energetica e industriale, senza quindi sottrarsi alla esposizione mediatica e ai pericoli di instabilità politica che tale ipotesi può provocare. Una narrazione apparsa a gran prte dell'opinione pubblica tedesca fondata sulla verità dei dati tecnici oggettivi, e, de facto, poco manipolabile da posture opportunistiche provenienti dall'opposizione.
Nel corso dell'estate, Scholz ha dovuto prendere atto che le forniture che attraversano il Nord Stream 1 risultano ormai disponibili per quattro quinti del normale afflusso con un taglio fino a 270 milioni di metri cubi la settimana, alzando il rischio di impasse dell'intero sistema produttivo tedesco.
Sono tre i vulnus per l'autunno della Germania:
1) l'aumento delle bollette del riscaldamento;
2) la crescita dell'inflazione o il suo stazionamento su valori molto alti;
3) i problemi della catena di approvvigionamento che continuano a perseguitare il settore industriale.
Sulla base di questi tre complessi profili probematici, Scholz sta lavorando ad un nuovo pacchetto di aiuti da destinare a tutte le famiglie in difficoltà e il ministro delle finanze Lindner punta a sgravare fiscalmente i tedeschi modificando gli scaglioni fiscali in modo da tenere conto dell’inflazione più elevata del normale.
In ogni caso, rimane molto presente nell’agenda di Scholz l’esigenza di trovare piani alternativi sul fronte energetico – come un gasdotto che collegherebbe il Sud Europa con il resto del continente. Gli sherpa tecnici e diplomatici del governo stanno lavorando anche a questa parziale soluzione, programmatica e di prospettiva, del problema.
Antonio de Chiara @europolitiche