EN - The European elections in June confirm pro-European forces at the helm of the European Union. The right is growing in important countries but not enough to impose a new conservative majority. Once again the European People's Party came first and the Socialists second
IT - Le elezioni europee di giugno confermano le forze europeiste alla guida dell'Unione europea. Le destre crescono in Paesi importanti ma non tanto da imporre una nuova maggioranza conservatrice. Ancora una volta primi i popolari europei, ai quali andrà la presidenza della nuova Commissione. Come seconda forza parlamentare confermati i socialisti.
Le decime elezioni parlamentari della storia dell'Unione europea si sono svolte in questo giugno del 2024 all'insegna di una dialettica politica molto accesa anche se spesso declinata sulle contrapposizioni nazionali. In ballo temi di fondo e sfide che la contemporaneità sta ponendo, con una guerra al confine e un complessivo riposizionamento economico da impostare, a politici e statisti europei. Il livello transnazionale del confronto è stato meno incidente rispetto alle dinamiche di contrapposizione interne ai 27 Paesi membri. In questa prospettiva, gli esiti del voto investono due livelli analitici adottabili in base ai quali emergono due riflessioni: la prima è che questa tornata elettorale sostanzialmente non cambia gli equilibri di composizione dell'emiciclo in termini aggregati, la seconda investe la portata, per esempio in Consiglio europeo, dei grossi scossoni nella politica interna di alcuni Stati membri di rilievo, in particolare nel cosiddetto cuore carolingio dell'Unione.
Elettori severi con i governi a Parigi e Berlino
In Francia, il presidente Macron ha preso atto della vittoria a queste europee del Rassemblement National di Marie Le Pen, al 32 %, che ha doppiato la sua Renaissance ferma al 15% e ha indetto elezioni politiche già per fine giugno e ballottaggio a luglio.
In Germania, la Spd del cancelliere Scholz è giunta clamorosamente terza tra i partiti tedeschi, raccogliendo solo il 13,9% dei voti. Più voti della Spd hanno raccolto, con il 15,9%, addirittura i neonazisti di Afd mentre è risalita al 30% la Cdu/Csu. Gli eredi politici della Merkel sono la formazione che da le carte da sempre nel Partito popolare europeo, all'opposizione in Germania da quando socialdemocratici, verdi e liberali hanno formato il governo Scholz alla fine del 2021.
Conferme in Spagna, in Italia e in Polonia
In Spagna i socialisti che esprimono il premier Sanchez hanno tenuto elettoralmente. Il Psoe si è infatti attestato solo quattro punti dietro i Popolari, stavolta primi con il 34 %. dei consensi. L'impatto sulla politica interna è ancora tutto da valutare.
In Italia la bipolarizzazione del quadro politico ha premiato sia Fratelli d'Italia della premier di destra Giorgia Meloni, al 28,8 %, che il Partito Democratico. rinnovato da Elly Schlein. e salito al 24 %, al punto da poter primeggiare nel suo gruppo europeo di riferimento.
In Polonia la Coalizione civica, i del premier Tusk ha ottenuto il 37 % dei voti e i suoi eletti aderiranno al Partito popolare europeo. Un risultato che pone fine in Polonia a un decennio di vittorie del partito nazionalista Diritto e Giustizia (PiS) di Kaczynski, comunque giunto per poco secondo.
Il quadro parlamentare generale.
Alla luce dei risultati di queste elezioni, i Popolari europei possono contare su 185 seggi (9 in più), affermandosi in modo ancora più deciso come prima forza al Parlamento Europeo. Giudicata importante la tenuta dei socialdemocratici con ben 137 seggi (-2). Calano i liberali di Renew con 80 (-22) sebben interessati a restare influenti nel governo dell'Unione ovvero la commissione prossima ventura.
Con l'affermazione della famiglia politica dei cristiano popolari, esce consolidata la candidatura della presidente uscente Ursula von der Leyen alla guida della una nuova Commissione. Sarà da valutare quali forze vorrà aggregare per tornare a Palazzo Berlaymont. A margine del voto, Ursula von der Leyen ha dichiarato: “Oggi è un grande giorno per il Ppe, abbiamo vinto le elezioni e siamo un’ancora di stabilità“ e si è riproposta di riprendere contatti con S&D e Renew Europe, commentando: "abbiamo lavorato bene insieme negli ultimi cinque anni e costruiremo una relazione di fiducia”.
Antonio De Chiara @europolitiche.it