Pedro Sanchèz, segretario del PSOE e premier spagnolo, è stato eletto alla guida dell’Internazionale Socialista riunitasi a Madrid dal 25 al 27 novembre dalle delegazioni dei partiti socialisti, socialdemocratici e laburisti di tutto il mondo.
E' di rilevante significato che dopo quaranta anni il congresso si sia svolto nella capitale spagnola e che i socialisti del Psoe per la prima volta esprimano ed eleggano un loro candidato.
Tra gli europei, spicca anche la conferma dell'italiana Pia Locatelli, a presidente onoraria dell’Internazionale socialista donne.
Sanchez ha voluto sottolineare al congresso che “la socialdemocrazia non è un concetto vecchio e anzi, una politica socialdemocratica rivitalizzata è l’unica risposta globale alla conquista dei diritti, per una fiscalità equa, all’emergenza climatica, alla parità di genere”.
Del resto, i fragili equilibri politici - con due elezioni nel 2019, una maggioranza risicata nel 2020 e un rimpasto nel 2021.- si sono riflessi nella travagliata vita della maggioranza guidata da Sanchez il quale ha saputo reggere con particolare capacità di guida politica al governo della Spagna.
Oltre alla tenuta sui diritti civili acquisiti, che fanno della Spagna uno dei Paesi più aperti e tolleranti in Europa, l'esecutico Sanchez ha messo in campo riforme d'impatto e d'impronta egualitarista sia nel sistema fiscale reso più equo in favore dei meno abbienti che nel mercato del lavoro, con l'adozione di normative a maggiore tutela per i lavoratori.
Per la platea di spagnoli dei segmenti di reddito più alti Sanchez ha previsto un contributo di solidarieta. Alle società energetiche sono state appplicate imposte straordinarie con prelievi sui maxiprofitti.
Ha avuto vasta eco in Europa la riforma del mercato del lavoro che premia la stabilizzazione e alla quale è associata una modesta ma significativa riduzione della precarietà d'impiego. Sanchez con l'introduzone di un reddito minimo garantito, dell’innalzamento del salario minimo e di una legge per la maggior tutela dei rider, può presentarsi alle prossime tornate elettorali forte di una fattore reputazionale riformista di tutto rispetto.
Antonio De Chiara@europolitiche.it